martedì 3 dicembre 2019

Non per niente si chiamano "pietre d'inciampo"


Fonte: Open

Il comune di Schio dice «no» alle pietre d’inciampo in memoria dei deportati durante la seconda guerra mondiale. La mozione, presentata dal Pd, prevedeva il posizionamento delle pietre nei luoghi della città dove risiedevano i 14 deportati morti nei campi di sterminio. La mozione è stata respinta dalla lista di maggioranza di centrodestra «Noi Cittadini»: «Rischiano di portare di nuovo odio e divisioni».


«Lasciamo che le vittime – esorta – riposino in pace», ha dichiarato Alberto Bertoldo al Giornale di Vicenza. Renzo Sella, sempre del medesimo gruppo consiliare, sostiene: «Come possiamo pensare di ricordare solamente qualcuno, a discapito di altri? Non è forse questa un’altra forma di discriminazione? Temo che questa iniziativa venga strumentalizzata». La Lega si è astenuta ma la mozione non è riuscita a ottenere la maggioranza. «Tristezza e rabbia. 

Questi i sentimenti che si provano alla notizia della mancata approvazione della proposta di deposizione delle pietre d’inciampo a Schio», dichiarano ANPI, ANED, AVL e Istituto storico di Vicenza in un comunicato congiunto.  «Queste placche in ottone, con scritto il nome delle vittime del male assoluto, devono servire come monito perenne, per non dimenticare la pagina più terribile della storia italiana, europea e mondiale del XX° secolo, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti», scrivono le associazioni. «Chi ha votato contro le pietre d’inciampo – aggiungono – offende tutte e tutti coloro che sono stati internati nei campi di concentramento e sterminio; in particolare le tante persone, anche di Schio, che in quei luoghi disumani hanno sofferto o trovato la morte».

1 commento:

  1. C'è chi è morto fisicamente nei campi di concentramento nazisti e chi è morto spiritualmente e moralmente nella così detta società civile.

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