Fonte:
Gazzettino
Testo
di Anna Guaita
Sono
mammiferi intelligenti. La scienza ha dimostrato che provano sentimenti ed
emozioni, che hanno una loro “cultura” e una loro lingua, che sono leali l’un l’altro
e capaci di amore, e spesso generosi con gli altri mammiferi, soprattutto gli
esseri umani. Ma in Giappone i delfini sono visti solo come animali da
sfruttare e mangiare. E nelle ultime ore ne sono stati catturati 250 nell’infame
golfo di Taiji, già immortalato dal tragico documentario “The Cove”.
Qui
sono sottoposti a una procedura che la stessa ambasciatrice Usa in Giappone,
Caroline Kennedy non ha avuto remore a definire “disumana”: vengono avvolti in
una rete, trascinati sulla spiaggia e studiati: se sono sani e belli vengono
destinati a zoo acquatici, e a una vita di prigionia, sennò vengono pugnalati e
destinati a diventare bistecche. Le acque del piccolo golfo sono già rosse di
sangue. L’organizzazione umanitaria americana Sea Shepherd Conservation Society ha trasmesso
sul suo sito un video live-streaming dei pescatori che ammazzavano i delfini, e
continuerà a monitorare la situazione. I loro volontari trasmettono anche regolari tweet per denunciare cosa sta
succedendo (@CoveGuardians). Dal canto loro le autorità della cittadina di
Taiji sostengono che sin dal 2010, quando è uscito il documentario, i pescatori
della zona sono stati soggetti a “persecuzione psicologica”. E protestano
contro le interferenze “dell’Occidente in una tradizione antica”.
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