Nella
primavera scorsa, prima dell’inizio delle vacanze estive, i
giornali americani lanciarono l’allarme ai loro connazionali in
partenza per la colonia Italia invitandoli
a
vaccinarsi contro il morbillo, lavarsi spesso le mani e non toccare
gli indigeni italiani che potrebbero essere stati
infetti.
L’Italia, dunque,
paese
sporco del Terzo Mondo. Pochi giorni fa, la stampa nazionale dava
notizia di quattro extracomunitari impiegati in agricoltura a
Taranto, ammalatisi di malaria, malattia che devono aver preso da
zanzare “italiane”, arrivate da noi attraverso valigie, pacchi e
bagagli provenienti dall’estero. Da pochi giorni, anche se la
stampa italiana non ne parla, in Madagascar c’è una grave epidemia
di peste, sia quella bubbonica, sia quella, molto più pericolosa,
polmonare. In questo secondo caso, i pazienti muoiono nell’arco
delle 24 ore, mentre nel primo caso ci si può salvare assumendo
antibiotici, chi ha i soldi per farlo, ovviamente.
Io
mi chiedo: se l’allarme lanciato dalla stampa USA sul morbillo in
Italia è stato
strumentale
e funzionale alle industrie farmaceutiche e se i casi di malaria,
indipendentemente dal fatto che siano i migranti a diffonderne il
plasmodio o la facilità di spostamento di turisti ricchi che tornano
in Italia dai paesi poveri, è
strumentale e funzionale alle
formazioni politiche contrarie all’accoglienza dei migranti, a chi
può essere utile un’epidemia di peste in un paese lontano dal
mondo occidentale? Posto
che la peste in Madagascar è endemica e che nel 2014, inizio 2015,
ha fatto in totale 71 morti, come si spiega l’inizio precoce
dell’attuale fenomeno, con il primo caso verificatosi il
23 agosto
scorso?
Se siamo solo all’inizio della cosiddetta stagione della peste,
che di norma inizia in ottobre, i trenta morti attuali potranno
risultare molti di più alla fine del ciclo e, rispetto agli anni
precedenti, stavolta c’è stata anche un’epidemia di panico fra
la popolazione, poiché
il batterio
ha fatto la sua entrata nella capitale.
Forse
la psicosi non si sarebbe verificata se il primo ministro
Olivier Mahafaly Solonandrasana non fosse andato in
televisione a darne l’annuncio. Se non fosse stato detto in tivù,
gli infetti sarebbero morti alla spicciolata, senza tanto clamore e
la gente avrebbe continuato a fare la propria vita di sempre. Come
deve essere valutata la decisione del premier di rendere pubblica la
situazione sanitaria:
incoscienza, leggerezza, mancanza di previsioni sulla reazione
popolare o, al contrario, un atto di responsabilità morale? E
inoltre, è stata una decisione interna al governo malgascio o c’è
stata l’imposizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità?
In
quest’ultimo caso, poiché L’OMS è un’emanazione dell’ONU,
che a sua volta partecipa al grande sforzo di instaurare il NWO –
benedetti acronimi! - non sarà che si è voluto incrementare quello
stato di insicurezza e paura che sembra essere la parola d’ordine
diffusa oggi in tutto il mondo?
Al momento, sul lato pratico, gli unici
che ci stanno guadagnando qualcosa sono le immancabili industrie
farmaceutiche e i fabbricanti di mascherine, poiché le farmacie sono
state prese d’assalto da turbe di persone spaventate che hanno
esaurito in breve tempo entrambe le tipologie di merce. Il prezzo
delle mascherine, ammesso e non concesso che servano realmente a
proteggere dalla peste, è raddoppiato e immagino che le
multinazionali del farmaco stiano provvedendo rapidamente ad inviare
sull’isola altri stock di antibiotici. Le mascherine magari le fa
arrivare l’OMS attraverso i suoi canali. Da incancrenito
complottista, non mi stupirei se entrambi i generi merceologici
fossero stati anticipatamente accantonati nei magazzini, quasi come
se qualcuno avesse saputo in anticipo che quest’anno la peste
sarebbe stata più virulenta del solito.
A
volte, BigPharma fa così: crea la malattia dopo aver sviluppato il
vaccino corrispondente e tenendone pronti grandi quantitativi da
immettere sul mercato al momento opportuno. Magari quest’anno
avevano fretta di fare cassa e qualcuno ha dato un aiutino ai ratti e
alle loro pulci. Non è difficile rilasciare nell’ambiente ratti
appestati e di sicuro non ce lo vengono a dire. La cosa tragica, e che
dimostra la precarietà della vita in un paese del Terzo Mondo, è
che gli ospedali si rifiutano di accogliere altri pazienti. Di modo
che, se qualcuno è malato non ha un posto dove andare a farsi curare
e non gli resta che tornarsene a morire a casa. Poi noi ci lamentiamo
dei nostri casi di malasanità!
Ma
mettiamo da parte ogni ipotesi di complotto. Se è vero ciò che
afferma Fred Hoyle e cioè che virus e batteri piovono dall’alto,
provenendo dallo spazio, si può applicare tale regola anche
all’attuale epidemia di peste in Madagascar? E perché non è
successo niente in Mozambico, che è il paese geograficamente più
vicino e alla stessa latitudine?
La
spiegazione ufficiale circa l’insorgere del morbo è la sporcizia e
la miseria. Il bacillo si forma nei ratti e viene veicolato dalle
pulci che mordono prima il roditore ospite e poi l’uomo. Così si
trasmette il tipo bubbonico, quello polmonare si trasmette da uomo a
uomo attraverso i colpi di tosse. Poi c’è anche la forma
setticemica, che però è rarissima. Roma è piena di topi e così
Londra, Parigi e New York, ma non si manifesta la peste e siccome di rifiuti
ce n’è in grande abbondanza sia nei paesi ricchi che in quelli
poveri, il motivo per cui gli occidentali non si ammalano di peste è
che non vengono punti dalle pulci.
Io
in Madagascar, anni fa, ho dormito alcune notti nella capanna del
nonno di Tina, nella brousse. Ho dormito vestito, con i blu-jeans
addosso. La mattina avevo tutte le gambe piene di ematomi rossastri e
pruriginosi, che ci hanno messo un mese a sparire. Non sapevo niente
della peste né in quel momento, né in seguito, perché Tina non me ne aveva parlato. Mi
facevano più paura i giganteschi ragni che stazionavano sul soffitto
della capanna. Forse sono stato fortunato. O forse dal cosmo, se
vogliamo seguire le teorie di Fred Hoyle, non era sceso, all'epoca,
quel tipo di batterio.
Sempre volendo seguire le tesi del famoso
astronomo, come mai quel genere di malattie tropicali si verificano
solo nel sud del mondo e non nel nord? Penso per esempio all'ebola. La nostra Peste Nera ha
decimato di un terzo la popolazione europea nel XIV
secolo e l’ultimo episodio risale agli inizi del Settecento e fu circoscritto alla sola città di Marsiglia. Da quella volta, non
c’è più stata peste in Europa. Il batterio ha smesso di piovere
dal cielo per tutto questo tempo o le condizioni igieniche nel
frattempo sviluppate, grazie alla rivoluzione industriale, ci hanno
salvaguardato? Propendo per questa seconda opzione.
Intanto,
una coppia di amici di Udine che doveva partire fra due giorni ha
rinunciato, perdendo i soldi dei biglietti perché Air France non li
rimborsa. La paura è cattiva consigliera, però è anche vero che a
pensar male si fa peccato, ma s’indovina. E’ meglio rinunciare a
viaggi pericolosi dal punto di vista sanitario – lo ha detto anche
la Farnesina – se non si hanno forti difese immunitarie. E’
meglio non rischiare. Il risultato complessivo, se pensiamo che stiamo
parlando di trenta morti, per ora, è che la paura si sta diffondendo
in tutto il mondo, nelle sue svariate forme e noi sappiamo che una
popolazione spaventata è più facile da controllare, da dominare e
più facilmente accetterà le misure adottate dai governi, anche
quelle più liberticide.
Mi aspetto
che dopo le vaccinazioni obbligatorie per gli scolari in Occidente, fra poco si
passi, soprattutto in Italia che è un
laboratorio sociale, alle vaccinazioni obbligatorie per gli adulti.
Se vorrò
mettere piede in un supermercato, per fare la spesa, dovrò mostrare
all’ingresso il certificato di vaccinazione. Ci saranno, in tali
funesti frangenti, tipografie clandestine che mi rilasceranno falsi
certificati? Dediti come sono i miei conterranei all’onestà e alla
sottomissione alle autorità, ne dubito!
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