mercoledì 3 ottobre 2018

Kyenge fa qualcosa!



Sono quarantamila i bambini e le bambine, ragazze e ragazzi minorenni che scavano a mani nude nelle miniere di cobalto della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Lo denuncia Amnesty International che chiede al governo del Paese africano di “fermare ora questa barbarie e di mettere in atto tutte le misure per affrontare la salute dei bambini, i loro bisogni fisici, educativi, economici e psicologici”. Secondo l’ong per i diritti umani i piccoli minatori lavorano in condizioni estreme fino a dodici ore al giorno, senza alcuna protezione e con salari da fame. A causa di carichi troppo pesanti – secondo Amnesty anche di 20-40kg – rischiano quotidianamente di avere incidenti anche gravi e si ammalano più facilmente dei loro coetanei.


I baby schiavi non solo rischiano la vita a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali ma, se oltrepassano i confini della miniera, sono picchiati e maltrattati delle guardie di sicurezza. Molti bambini abbandonano la scuola per lavorare nei giacimenti e altri vanno a scavare dopo l’orario scolastico. I bambini hanno raccontato che, dai commercianti del coltan, vengono pagati a seconda dei sacchi estratti e dopo aver raccolto, trasportato, lavato e frantumato il materiale, ricevono tra mille e duemila franchi congolesi al giorno, l’equivalente di uno/due euro. Questo senza conoscere il peso dei sacchi o il tipo di materiale raccolto e lavorando anche i fine settimana e nei giorni festivi.

Il lavoro, oltre che in gallerie improbabili e pericolose, si svolge anche a cielo aperto indipendentente dalle situazioni metereologiche, con la pioggia o con le elevate temperature tropicali. A causa del lavoro estremamente faticoso i baby minatori sono soggetti a lesioni muscolo-scheletriche e alla colonna vertebrale che possono avere effetti a lungo termine. Questo scandalo dei giovanissimi minatori accade nonostante, dal 2009, in RDC esista un codice di protezione dei minori che prevede la gratuità e l’obbligo di educazione primaria per tutti i bambini. Un codice mai applicato per mancanza di fondi da parte dello stato mentre tutte le spese – arrivano a trentamila mila franchi al mese a famiglia (trenta euro) – compresi gli stipendi per gli insegnanti, sono a carico delle famiglie. Una cifra che non si possono permettere.


Molte delle miniere di cobalto sono nel Katanga, la grande provincia nel sud dell’ex colonia belga, e il prezioso minerale è tra i più richiesti dalle multinazionali dell’elettronica. Viene utilizzato per smartphone, tablet, computer portatili e altri dispositivi elettronici. Nelle miniere di cobalto lavorano tra 110mila e 150mila minatori artigianali dei quali, secondo stime Unicef del 2014, i minori sono quaranta mila. Oltre il 50 per cento della produzione mondiale di cobalto viene estratta dalla Repubblica Democratica del Congo e il 20 per cento del minerale proviene dai minatori artigianali del Katanga.Amnesty, contro lo sfruttamento dei bambini nelle miniere di cobalto della RDC, chiede di firmare un appello indirizzato al presidente Joseph Kabila. Fino ad oggi ha raggiunto quasi 18.300 adesioni.

[N.d.R. Grazie a Francesco Spizzirri per la segnalazione]

2 commenti:

  1. Ricordo alle anime buone che si dispiacciono con tanto Fervore dei poveri negretti Sfruttati che gli sfruttatori piu sanguisughe saccheggiatori senza scrupoli sono I famosi DE Beers manco a dirlo Ebrei, loro e I Rothschild hanno praticamente I'll monopolio dei metalli e delle Pietre preziose d'africa e del mondo basta dare un occhiata ai cognomi Oppenheimer Levi Levi Solomon Shapiro , amnesty international UNICEF UNESCO ecc tutte fondate da Ebrei non si azzardano mai e poi mai a rivoltarsi contro I propri congeneri a rivelare un po chesso 'qualche cognome a ricercare LA Causa delle nostre sciagure, scusi free animals se la disturbo e' che sono stato declassato a ilota intoccabile Da border line non mi fanno commentare sti pseudo blog fascisti e dire che oggi ho fin sfoggiato LA maglietta col Duce sti pavidi ,vado su YouTube a litigare un po'per oggi lascio in pace

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so perché lei abbia litigato con qualche blog "fascista". Immagino perché la considerano troppo esagerato.

      Io non devo moderarmi per forza, né devo fare carriera politica, quindi con me troverà sempre la porta aperta.

      Elimina