Testo di Alberto Folino
Io vivo in Calabria, vi racconto la verità su Riace. Il comune è passato da 1900 a 2300 abitanti in 7 anni. Nella metà dei 7 anni ha ricevuto 10 milioni, dieci! Nel triennio in questione i "nuovi residenti stranieri" rimasti per l'intero triennio sono stati 10. Dieci! Se guardate i flussi in entrata ed in uscita, vuol dire che il comune ha svolto il compito di "campo profughi", ha incassato i soldi poi stornati ad altre voci di bilancio non compatibili con i clandestini, una delle accuse contestate e poi la maggioranza dei clandestini, non rientrando nelle pur larghissime maglie, maniche e "criteri" della sinistra, se n'è poi andata in giro per il resto d'Italia. Quando gli ultimi "richiedenti" se ne andranno, il paese tornerà ai 1900 abitanti del 2011. Nel frattempo il comune avrà incassato almeno 20 milioni. Se avesse dato un'integrazione al reddito familiare dei suoi concittadini italiani, avrebbe potuto dare 750 euro al mese per 5 anni a 400 famiglie del paese, favorendo le nascite locali. Questo il modello affaristico di ripopolamento, sostituzione, ma soprattutto di logica dei numeri della sinistra.
ma perché continuare con le favole di sinistra, destra, centrum (per non offendere i centristi rimasti) e non usare invece la parola "caporioni" liberamente scelti ogni 5 anni dal nostro amato, caro, generoso, immaginifico bobbolo, così fcilmente circonvenzionabile e che tutti NOI sostiene sulle sue flebili spalle?
RispondiEliminaLa saggezza dei vecchi contadini friulani aveva un tempo una parola per indicare quella casta politica a cui fai riferimento.
EliminaLi chiamava "Sorestans", più o meno "quelli che stanno sopra al popolo".
Esiste ancora questa parola, ma nessuno la usa più, anche perché la lingua friulana sta morendo.
Il nostro amato immaginifico ha qualcosa in più di quelli che una volta stavano sotto, ha la speranza di passare sore con una vincita al superenalotto od al limite i migliori piazzarsi nel mondo di meezzo
RispondiEliminaAl momento, sta avendo il suo momento di gloria, agli arresti domiciliari.
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