domenica 6 gennaio 2019

ENKI il Serpente contro ENLIL l'aquila



La Digos della questura di Aosta, su decreto della procura, ha posto sotto sequestro due cancelli di accesso a un immobile privato a Saint-Vincent (Aosta). Su entrambi - uno di accesso solo pedonale, l'altro anche veicolare - è raffigurata un'aquila, secondo gli inquirenti molto simile a quella del Terzo Reich. Sul secondo cancello, ai lati dell'aquila, sono inoltre rappresentati due triangoli, uno con il vertice rivolto verso il basso e l'altro con il vertice verso l'alto. Sono stati coperti nei mesi scorsi, dopo l'avvio delle indagini e, sempre secondo la procura, sono simboli che erano usati per marchiare i prigionieri internati nei campi di concentramento. Il pm Francesco Pizzato procede contro il proprietario, Fabrizio Fournier, per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, sostenendo che l'esposizione su una pubblica via di simboli che richiamano il nazismo sia una istigazione a commettere reati per motivi di carattere razziale.


All'uomo sono stati sequestrati il cellulare e altri supporti informatici. Durante le perquisizioni dell'immobile sono stati trovati anche libri e scritti che gli investigatori ritengono essere di carattere nazista. In una parte comune dell'edificio è stata trovata, in rilievo su un soffitto, una svastica, anche questa coperta come i due triangoli ai lati dell'aquila su uno dei due cancelli. Il sequestro dei cancelli, che restano comunque utilizzabili, servirà a svolgere analisi approfondite sui simboli. La notizia delle aquile sui cancelli aveva destato diverse perplessità nell'autunno scorso, a partire da blog e social media, e la comunità ebraica di Torino aveva sporto una querela, finita nel fascicolo che la procura di Aosta aveva nel frattempo già aperto.


"Quello che aveva colpito molto la comunità, oltre all'aquila che è il simbolo del Terzo Reich, erano i due triangoli. Perché richiamano quelli che i nazisti mettevano sulle divise che davano ai prigionieri dei campi di concentramento. Quindi l'accostamento dell'aquila al triangolo ha determinato la comunità a presentare questo esposto all'autorità giudiziaria". Lo spiega l'avvocato torinese Tommaso Levi, che per conto della comunità ebraica di Torino nei mesi scorsi aveva depositato in procura ad Aosta un esposto sui presunti simboli nazisti esposti sui due cancelli. I due triangoli dopo l'avvio delle indagini sono stati coperti. "Se è vero - aggiunge l'avvocato Levi - che sono reati di opinione, quindi diciamo forse la semplice esibizione di simboli, che hanno una valenza storica, si può in qualche modo giustificare come una libertà di manifestazione del proprio pensiero, l'accostamento del simbolo del Terzo Reich con simboli che si rifanno ai cambi di concentramento l'abbiamo ritenuto non accettabile, di qui la nostra iniziativa".

1 commento:

  1. Ahahahahahahahahah
    Ci vuole cosi' poco per le menti del nostro caro amato generoso immaginifico bobbolo che tutti NOI sostiene sulle sue teneri spalle.
    Che mancanza di spirito

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