martedì 9 aprile 2019

Le parole come strumento di manipolazione


Fonte: L’officina

Attraverso il linguaggio il potere mondialista s’insinua nel pensiero della gente per condurla a pensare come vuole il Grande Fratello. Non ci si obietti che non esiste. E’ una figura plurale, simbolica di un potere planetario come George Orwell aveva profetizzato col suo “1984”. Alcuni esempi. All’inizio gli immigrati venivano chiamati “extracomunitari”, parola poi scomparsa dalla stampa perché esplicitava che il problema non era solo italiano ma europeo. Poi anche la parola “immigrato” è stata bandita: inopportuno ricordare che qualcuno è venuto ad abitare a casa nostra non invitato. Meglio “migrante”, participio presente che contiene l’idea di qualcosa in evoluzione, non definitivo e quindi accettabile. Ma poiché anche la dizione “migrante” riconduce alla pressione immigratoria verso l’Europa, ora si ricorre a “profughi” o “richiedenti asilo”, giustificando indebitamente con una bugia – la fuga da una guerra- la presenza di stranieri irregolari.

Altro esempio. Quando vengono commessi reati i media non specificano più la nazionalità di chi li compie per evitare di evidenziare che si tratta per lo più di immigrati. Quando qualche settimana fa venne sequestrato il bus con 51 bambini la stampa sottolineò che il colpevole era “italiano”, trattandosi di un senegalese che aveva acquisito la nostra cittadinanza. Pensate che cosa sarebbe successo se un italiano avesse sequestrato 51 bambini africani! I media non dicono più nigeriano, marocchino, tunisino, ecc. ma “di origine nigeriana, marocchina ecc.” dando per scontato che chi vive in Italia è italiano a prescindere. E allora la giovane araba con tanto di velo che abitava a Padova ed era andata in Siria ad arruolarsi nell’Isis per la stampa diventa “padovana”. E’ così che si stravolge un principio basilare dell’identità. Un conto è la cittadinanza, che si può acquisire. Un altro è la nazionalità, indissolubilmente legata alla persona e che non si può cambiare. Ma questo al Grande Fratello non piace.

3 commenti:

  1. "...i media non specificano più la nazionalità...".
    Un'altra conferma del fatto che i media, incominciando dall'alto sino al basso: n.1 (?), direttori di giornali, direttori di telegiornali sono tutti INQUADRATI.

    Aggiungo che riguardo l'omicidio del ragazzo di Torino (così come gli altri dove sono implicati extracomunitari), i TG non hanno mai trasmesso o ripreso l'assassino, parenti, abitazione, niente; mentre per altri casi "italiani" succede questo: invasione di truoppe giornalistica e televisiva nel paese o zona di abitazione, postazioni fisse davanti alla casa, interviste a parenti vicini e lontani, interviste a giudici e forze dell'ordine interessati, trasmissione minuto per minuto di evoluzioni del caso e di eventuali processi...

    Vi è troppa differenza di gestione per non pensare che c'è qualcos'altro sotto.

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