Testo di Mario Haussmann
Il giornalista, avvocato e scrittore Mino Pecorelli, assassinato a Roma in circostanze mai chiarite il 20 marzo 1979, faceva parte, come Silvio Berlusconi, della loggia diretta da Licio Gelli. Egli a un certo punto si trovò in dissidenza con la P2 e iniziò a rivelare alcune cose a proposito sul suo settimanale. Sostenne che la loggia P2 era in realtà uno strumento della CIA, ma venne tolto di mezzo di lì a poco. Un ex agente della CIA, ora distanziatosi dall’organizzazione, Richard Brenneke, in una lunga intervista al telegiornale di RAI 1 trasmesso il 2 luglio 1990 ha detto: «Noi [la CIA] abbiamo sfruttato l’appoggio di queste persone [P2] per far entrare e uscire dagli Stati Uniti droga e denaro, e per far entrare e uscire dall’Italia droga e denaro. Abbiamo sfruttato queste persone per creare le condizioni che avrebbero favorito l’esplosione del terrorismo in Italia e in altri Paesi europei all’inizio degli anni Settanta.
La P2 è ancora in vita e viene ancora usata per gli stessi scopi, come all’inizio degli anni Settanta. La CIA ha finanziato la P2 a un ritmo che va da 1 milione di dollari a 10 milioni al mese. Quel denaro della CIA era destinato a vari scopi tra cui il terrorismo. Un altro scopo era ottenere appoggio per far entrare con il contrabbando la droga negli Stati Uniti da altri Paesi. C’è sempre stato un legame anche tra la P2 e la CIA». Brenneke sostenne tra l’altro che Licio Gelli fosse solo un uomo di facciata e che i veri controllori della loggia stavano negli Stati Uniti e in Svizzera. Fu la P2 a organizzare e gestire tutto il terrorismo in Italia negli anni Settanta e Ottanta, tra cui il terribile attentato alla stazione di Bologna in cui morirono 85 persone. A tal fine si servirono delle strutture segrete della rete Gladio della NATO.
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