Platone aveva ragione. La foto che vedete in questo post mostra come doveva apparire l’Occhio del Sahara, o Struttura di Richat, circa 11.000 anni fa. Il cosiddetto Occhio del Sahara è una struttura naturale ampia circa 50 km. È visibile nella sua interezza solo dallo spazio e al momento si ignora come si sia potuto generare. Secondo i ricercatori, è certo che non si tratta dell’impatto di un meteorite. Oggi questa struttura a cerchi concentrici si trova nel deserto del Sahara, ed è completamente arida. Viceversa, circa 11.000 anni fa, durante il Periodo Umido Africano, quando il Sahara era una regione piena di verde, laghi e fiumi, questa struttura sembrava una gigantesca piscina larga 50 km, con delle cinture di terra circolari al suo interno.
Sembra incredibile, ma questa descrizione è proprio quella che, secondo Platone, era il terreno su cui fu costruita la città di Atlantide (In realtà il nome Atlantide venne dato da Platone, perché la regione si trova ai piedi del monte Atlante, che conserva ancora oggi il suo nome. Probabilmente gli egizi la chiamavano “Terra di Ma” o “Terra dei Mashwesh”). Infatti, secondo il racconto, la divinità Poseidone (ossia la Natura) aveva creato una struttura circolare, che alternava anelli di terra ad anelli di mare, con una isoletta al centro. Su questa struttura naturale, in seguito, una popolazione costruì una città. Non si è ancora scavato sotto l’Occhio del Sahara. Quindi nessuno può dire se sotto 20 metri di terra ci siano le rovine di una città. Ma la struttura naturale c’è, ed è visibile ad occhio nudo, per chiunque la voglia visitare. Ma non è tutto.
Platone afferma che questa struttura circolare si trovava in una grande isola, ed era poco distante da qualcosa che sembrava essere per ampiezza “un piccolo mare”. Ebbene, alcuni anni fa, grazie ai satelliti, gli scienziati hanno scoperto che 11.000 anni fa il Nord Africa era tagliato in due da un fiume gigantesco, il Tamanrasset, che aveva una foce ampia 400 km, e che era ampio in alcuni punti anche 90 km. Questo “piccolo mare” passava molto vicino all’Occhio del Sahara. Inoltre, il suo percorso creava nel Nord Africa una “isola” molto più grande della Sicilia, della Corsica e della Sardegna messe insieme. Quindi, anche questo dettaglio descritto da Platone è, dal punto di vista geografico, assolutamente preciso.
Le ultime scoperte ci danno alcune risposte, ma ci pongono nuove domande. Con le moderne tecnologie abbiamo compreso che la “Terra dei Ma” o “Terra dei Mashwesh”, chiamata da Platone “Atlantide”, almeno da un punto di vista geografico, è realmente esistita. Solo quando si potrà scavare sotto l’Occhio del Sahara si saprà quanto era davvero “glorioso” l’insediamento umano raccontato da Platone. Ma questo fa sorgere nuove domande. Ad esempio: se l’Occhio del Sahara è visibile solo dallo spazio, come faceva Platone a descriverlo? Il fiume Tamanrasett si è inaridito millenni prima che Platone nascesse. Come faceva Platone a sapere della sua esistenza? E se, come sembra, Platone ha attinto queste informazioni da documenti egizi presso la città di Sais, quanto è antica questa civiltà? Circa 11.000 anni fa esisteva già una civiltà che preservava e tramandava la sua storia mediante scritti?
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA
Puoi trovare una copia del libro a questo link
Forse il sito Atlantideo
RispondiEliminaCome l'Arabia fenice,
Che vi fu ognun lo dice,
Dove fu, nessun lo sa....
Metà Stasio
Metà io medesimo
A me sembra verosimile, dal momento che sul fondo dell'oceano Atlantico non mi pare abbiano trovato tracce del famoso continente perduto.
EliminaRimane da verificare se i sardi moderni siano i discendenti dei sopravvissuti alla catastrofe di Atlantide.