Molte sono le veroniche che occhieggiano dai prati. Alle volte formano vere e proprie distese. Le varie specie si distinguono tra loro per particolari morfologici anche difficilmente individuabili o comparabili e possiedono anche una certa variabilità interspecifica causata da fenomeni di ibridazione. Una caratteristica molto comune delle veroniche è la forma generale del fiore, mentre il colore azzurro screziato ha delle eccezioni come ad esempio per Veronicacymbalaria che è bianca. Le altre specie sembrano invece tanti piccoli occhi azzurri, gli occhi della madonna appunto, nome con la quale li si intende spesso. L'etimologia del nome è antica e viene fatta risalire ai termini arabi "viri-nicu" ossia, vera icona, durante i secoli cristiani si associò per estensione alla figura di Santa Veronica che aveva deterso il volto di Gesù sul Calvario ottenendo l'impressione del Suo viso sul fazzoletto.
Un'altra radice si può ricercare nel greco in cui il termine Veronica suonerebbe come "io porto la vittoria" forse a sottolineare le virtù vulnerarie di cui la pianta è dotata. Nel XVII secolo la pianta divenne famosa nell'Europa continentale grazie ad un erborista, Joannes Franco, che ne magnificò virtù di cui però la scienza non ha dato conferme. Le informazioni che abbiamo le dobbiamo all'esperienza e non agli studi e non sono accademicamente certe o confermate, ma i contadini la usavano in campagna su ferite e bruciature, ne facevano un the diuretico ed un enolito che aiutasse chi perdeva l'appetito e soffriva di consunzione.
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