Fonte: Uccelli d'Italia - Birds of Italy
Occhio cotto maschio (Sylvia melanocephala). Giardino di casa mia, Procida, gennaio 2023
Me: Anzitutto, complimenti per la foto! E una domanda. Ma è una mia impressione che le isole siano luoghi privilegiati, sulla rotta delle migrazioni, e che vengano preferite dagli uccelli rispetto alle terre continentali? Penso a Malta, Cipro, ecc.
Dario Lauro: Per quanto riguarda Procida diciamo di sì, l'isola si trova sulla rotta migratoria di primavera, quindi da marzo in poi abbiamo la possibilità di vedere una grande varietà di specieche ritornano dall'Africa per nidificare in Europa, tanto che una volta ospitava anche un punto di inanellamento. Tuttavia, l'isola è piccola, bassa e non ha boschi o acquitrini, perciò molte specie sono solo di passaggio o fanno brevi soste. Durante l'estate numerose specie di piccoli passeriformi vi nidificano, in inverno sono presenti alcune specie, mentre altre molto comuni in altri luoghi sono completamente assenti o rare.
Me: Anch'io vivo in una terra di rotte migratorie, ma questo, invece di costituire un privilegio per chi ama la natura, è stata una disgrazia per l'avifauna, poiché storicamente vi è stata praticata l'uccellagione, soprattutto in zona collinare. Sto parlando del Friuli rurale, che viene attraversato da milioni di uccelli provenienti dalla Siberia, e viceversa, dal sud verso nord. L'aucupio veniva praticato solo in autunno, ovviamente. Ora è appannaggio solo dei bracconieri.
Dario Lauro: Chiaramente, anche le piccole isole come Procida, Ischia, Ventotene, ecc. nel passato sono state terre di caccia alla migratoria e uccellagione dei piccoli passeriformi migratori, soprattutto primaverili. Faceva parte della cultura contadina dell'epoca ed era un modo per integrare una dieta che soprattutto in periodo di guerra era povera di proteine. Dalle mie parti tutti i contadini e i braccianti, quando lavoravano, avevano in vita un sacchetto per raccogliere lombrichi, larve e camole che utilizzavano nelle trappole a scatto. Migliaia di culbianchi, monachelle, stiaccini, ballerine, codirossi, usignoli, pigliamosche, balie nere, merli, fringuelli oltre che tortore selvatiche, cuculi, upupe e rigogoli finivano nel tegame. Anche io, venendo da un ambiente contadino, da ragazzino (40 anni fa ormai) praticavo l'uccellagione con le trappole a scatto, utilizzando le camole della farina che gli anziani mi avevano insegnato ad allevare a tale scopo. Adesso trovo la caccia e l'uccellagione anacronistiche.In una natura ormai sempre più oltraggiata dell'agricoltura intensiva, dai diserbanti, dai pesticidi, dall'inquinamento, non è più possibile praticarla e così da alcuni anni mi sono avvicinato al mondo del bird feeding e bird watching. Come dico sempre, prima li mangiavo, ora gli do da mangiare, oggi le camole le allevo solo per metterle nelle mangiatoie e la carabina viene usata solo per colpire barattoli vuoti.
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