Fonte: Appesi a un Phylum
La più antica traccia (forse) di cannibalismo tra ominini datata circa 1,45 milioni di anni. Quello che potete vedere nelle foto, sono probabilmente segni di macellazione "umana"…su ossa umane, e ciò potrebbe indicare segni di violenza, o di macellazione, da parte di individui 'umani' nei confronti di conspecifici con lo scopo di nutrirsene. Ma, come potrete leggere verso la fine del post, potrebbe non trattarsi di cannibalismo vero e proprio. I ricercatori hanno rinvenuto 9 segni di taglio su uno stinco (tibia sinistra) appartenente ad un antico ominino, vissuto nel Nord del Kenya. Sono state svolte analisi su modelli 3D della superficie ossea ed è stato notato che i segni del taglio, lasciati da strumenti in pietra, hanno con molta probabilità provocato la morte dell’individuo (escludendo la morte da parte di un predatore). O meglio, ci sono segni di morsi di denti (numero 5 e 6 nell’immagine), ma non sono correlati ai tagli (1-4 e 7-11) e sono stati associati ad un felidae simile alle famosi ‘tigri dai denti a sciabola’, ma non è possibile risalire alla specie. I tagli non mostrano che chi li ha inflitti abbia poi mangiato la gamba, ma parrebbe essere lo scenario più probabile. Questo perché chi ha rimosso il pezzo di carne conosceva abbastanza bene l’anatomia dell’ominino, infatti i tagli corrispondono ad aree dove in genere i muscoli del polpaccio sono attaccati dall’osso. I tagli sono in successione e orientati allo stesso modo, e ciò indica che il ‘macellatore’ maneggiava bene lo strumento in pietra senza cambiare presa. Sono dei tagli netti e decisi, e ciò indica che l’individuo tagliò la carne per nutrirsene e non per svolgere qualche rituale. A supporto di ciò, i ricercatori hanno comparato questi tagli scoprendo che sono simili a quelli rinvenuti su altre ossa di altri animali ‘macellati’. Quindi si tratta di cannibalismo?
Per parlare di cannibalismo, dovremmo aver avuto una data specie che mangia un conspecifico, ma al momento non si sa a quale specie appartenga il macellatore e il ‘macellato’. La tibia venne associata precedentemente alla specie 𝘼𝙪𝙨𝙩𝙧𝙖𝙡𝙤𝙥𝙞𝙩𝙝𝙚𝙘𝙪𝙨 𝙗𝙤𝙞𝙨𝙚𝙞, negli anni ’90 alla specie 𝙃𝙤𝙢𝙤 𝙚𝙧𝙚𝙘𝙩𝙪𝙨, mentre ora non è associata nemmeno ad un genere in particolare. Ci sono studi relativamente recenti che indicano che anche le australopitecine fossero in grado di produrre o utilizzare utensili in pietra, quindi l’uso della pietra non restringe il campo per capire chi fosse il colpevole e chi fosse la vittima. Inoltre, nessun segno dei tagli si sovrappone ai segni del morso da parte di un felidae, infatti i tagli e il morso potrebbero essere legati a due eventi distinti. La gamba potrebbe essere stata ‘morsicata’ solo in seguito all’evento di macellazione.
Credito photo: Jennifer Clark
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