lunedì 11 dicembre 2023

Lo schiavismo fu la principale fonte di ricchezza del mondo antico


Testo di Luigi Bignami

Il "lato più scioccante dell'antica schiavitù" viene scoperto a Pompei, una "prigione-panetteria" dove esseri umani e animali erano costretti a macinare il grano per ottenere il pane. Gli archeologi hanno portato alla luce una prigione nell'antica Pompei che mostra il "lato più scioccante dell'antica schiavitù". Le rovine di una struttura in pietra ricoperta di cenere rinvenuta nel sito italiano erano un tempo un panificio dove uomini e animali erano costretti a macinare il grano per produrre il pane. Gli animali camminavano in tondo per ore con gli occhi bendati, girando la macina, mentre gli umani versavano continuamente i cereali. La prigione aveva solo finestre vicino al soffitto per far entrare la luce e una porta che conduceva a una lussuosa casa di proprietà degli schiavisti. All'interno dell'antica prigione furono ritrovati i resti di tre individui, suggerendo che fosse operativa quando esplose il Vesuvio. Duemila anni fa, Pompei, che si trova a 14 miglia a sud-est di Napoli, era una città vivace con circa 15.000 residenti prima che l'eruzione del Vesuvio la distruggesse il 24 agosto del 79 d.C. Si ritiene che l'eruzione abbia ucciso 16.000 persone a Pompei e nelle città circostanti, rendendola una delle eruzioni vulcaniche più distruttive della storia.


Il direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha dichiarato: "È il lato più scioccante della schiavitù antica, quella priva sia di rapporti di fiducia che di promesse di affrancamento, dove le persone eravano ridotte alla violenza bruta, impressione che è del tutto confermata dalla messa in sicurezza di poche finestre con sbarre di ferro". L'unica uscita immette nell'atrio della casa: nemmeno la stalla ha accesso diretto alla strada. "Si tratta, in altre parole, di uno spazio in cui dobbiamo immaginare la presenza di persone di status servile, la cui libertà di movimento il proprietario ha sentito il bisogno di limitare", ha detto Zuchtriegel. Il team ha trovato diverse rientranze semicircolari nelle lastre di pavimentazione in basalto vulcanico attorno alle macine che apparivano come “impronte”, ma un’analisi più approfondita ha mostrato che le incisioni erano state realizzate deliberatamente per impedire agli animali di scivolare.

2 commenti:

  1. Homo homini lupus (con tutto il rispetto per il lupus).

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    1. Non so se la traduzione è corretta, ma io ci provo: "Deus lupus est diis alienis", cioè: "Dio è un lupo per gli altri dei".



      Vale a dire, anche questa caratteristica rientra nel "fatti a immagine e somiglianza".

      Quando gli Anunnaki sbarcarono sulla Terra, avevano con sé un certo numero di schiavi, in lingua sumera chiamati IGIGI.

      Le società umane, secoli dopo, trovarono naturale l'esistenza degli schiavi, come avevano trovato naturale che gli Dei avessero dei servi.

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