giovedì 1 settembre 2022

La mantide schizzinosa e quella che mangiava solo grissini



 Sto imparando molto dalle mantidi. Sto imparando che ognuna ha la sua personalità. Ma se questo si può dire delle mantidi, perché non dovrebbe valere anche per le cavallette, le mosche, le zanzare? E perché no per le formiche? Qui stiamo parlando di insetti sociali – le formiche – che fanno venire in mente società umane di tipo cinese, piuttosto aliene dal modo di pensare di noi occidentali, che diamo la massima importanza all’individuo, ma per quanto riguarda le “mie” due mantidi, il loro comportamento è diverso l’una dall’altra. Quando una settimana fa ho catturato la prima, verde, si è subito acclimatata e, mettendosi a suo agio a testa in giù, appesa a un rametto, ha fatto come se fosse a casa sua. L’altra, marrone, arrivata cinque giorni dopo, ha fatto numerosi tentativi per andarsene dal terrario, come se non si sentisse a suo agio. 


Pensavo che dipendesse dal fatto di non sentirsi al sicuro vicino alla sua conspecifica che, giocando in casa, avrebbe potuto comportarsi da predatore nei suoi confronti, e invece, per fortuna, la padrona di casa non ha manifestato alcuna reazione aggressiva nei suoi confronti. Inizialmente, infatti, temevo che si verificasse un caso di cannibalismo, non raro in questo tipo di insetti carnivori. Evidentemente, ciò che rende famose le mantidi, cioè la femmina che mangia il maschio durante e dopo l’accoppiamento, non vale al di fuori della riproduzione. E poi, contavo sul fatto che sono della stessa misura, lunghe ognuna circa quattro centimetri. E, come ho dolorosamente imparato nei giorni scorsi, le dimensioni contano, in un rapporto di preda-predatore. 


La verde, tuttavia, quando si è accorta della presenza della nuova arrivata, è uscita dall’abituale torpore e le è andata incontro. E’ stato in quel momento che ho temuto il peggio. Ma quando si è accorta di aver a che fare con un conspecifico, si è arrestata e si è messa in posizione statuaria, come fanno di solito le mantidi, e non si capisce se stanno dormendo o sono in contemplazione dell’universo. Quindi, niente baci e abbracci. Nel frattempo, la marrone cercava qualche via di fuga, arrampicandosi sul vetro, o cercando di farlo, scivolando e riprovando ancora. I primi due giorni non ha fatto altro che cercare di scappare e a nulla serviva che le portassi del cibo. Poi, come nel caso del Conte Ugolino, “più che il dolor poté il digiuno” e un ragnetto domestico che le è camminato sopra le ha fatto passare ogni velleità alla “Papillon”. Praticamente, non ho fatto nemmeno in tempo a vedere mentre lo afferrava, di tanto fulminea è stata la sua azione predatoria. Da quel momento, ha cessato di arrampicarsi sul vetro e si è come rassegnata alla nuova situazione.


La verde, invece, non ha mai tentato la fuga e ha mangiato subito ciò che le davo, prima un ragnetto tolto dalle pareti di casa e poi una cavalletta verde, un tettigonide, di cui ha lasciato solo le ali indigeste. Tolta la parentesi in cui la marrone cercava di fuggire, il fatto che abbiano mangiato di gusto i teneri ragni mi dà da pensare che quando le ho catturate avessero molta fame e che poi rifiutassero di mangiare altri ragni, benché le passassero addirittura sopra e non solo davanti al naso, perché probabilmente hanno bisogno di tempo per digerire, cioè non sono voraci e ingorde come ci si sarebbe aspettati da un famigerato predatore a sei zampe.


Vale la pena fare un accenno ai luoghi dove le ho trovate. Quelle in cui l’anno scorso, e pure quest’anno, mi capitava d’imbattermi, erano nell’orto, sulle piante di vite oppure per terra, sul vialetto di ghiaia d’accesso alla tettoia. La verde, una settimana fa, l’ho trovata proprio sotto la tettoia, a un metro da dov’era parcheggiata la macchina. Quella marrone, pochi giorni dopo, era su una foglia d’insalata che coltivo in cassetta, sotto il portico che collega la tettoia all’ingresso di casa, il che significa che non disdegnano le abitazioni umane e non si può escludere che, d’estate, con le finestre aperte, entrino direttamente in soggiorno o in cucina, come fanno rondini e pipistrelli.


Fra pochi giorni, quando riterrò che le osservazioni scientifiche da me fatte siano giunte al termine, le libererò nell’orto, che mi sembra essere un grande serbatoio di prede a loro confacenti. Per ora, oltre al fatto che hanno bisogno di qualche giorno per digerire, posso affermare che non tutte le prede che gli ho offerto sono state di loro gradimento. Le cavallette marroni, tipo il Cortippo bruno, essendo dotate di un tegumento robusto, sono state totalmente ignorate da quella verde, tanto che dopo un paio di giorni le ho tolte dal terrario ridandogli la libertà. Pensavo che si trattasse di un problema di dimensioni, ma siccome anche un piccolo Cortippo, lungo circa un centimetro e mezzo e quindi alla portata delle mandibole della mantide, veniva rifiutato, deve trattarsi proprio di un problema di pelle, ovvero che le cavallette di terra sono ben corazzate, mentre le tettigonie, che di solito stanno sull’erba alta e sui cespugli, sono più abbordabili.


Altre prede rifiutate, o per lo meno non predate, sono state una cimice verde (emitteri), anche lei corazzata, sparita poco dopo essendosi nascosta nel muschio del fondo, due forficule (dermatteri), anch’esse nascostesi subito sotto il muschio, una tipula, che stava per essere afferrata dalla mantide marrone, ma che ha avuto l’accortezza di lasciasi cadere, salvo perdere una zampa, rosicchiata dalla mantide come un grissino. E poi una mosca, di cui si sono perse le tracce, benché non possa escludere che sia finita nello stomaco della marrone, mentre io ero assente. Due grosse tettigonie, una verde e una marrone, non sono state minimamente prese in considerazione dalla mantide verde, a causa probabilmente delle dimensioni, e sono state da me liberate prima che catturassi la mantide marrone. 


In definitiva, nel computo dei cibi graditi e mangiati, si devono registrare due ragni e una tettigonia per la verde e un ragno per la marrone. Una chiocciolina non fa testo, perché, sebbene abbia percorso i rametti che fungono da posatoio per le mantidi, con la sua proverbiale lentezza e non potendo non farsi notare, è andata a riposare, chiudendosi in se stessa come fanno i gasteropodi in presenza di ambiente asciutto, sul coperchio del terrario. Domani la libero. Avrei potuto mettere nel terrario anche una tegenaria, ma catturarne una, grossa e pelosa, mi provoca un certo ribrezzo, a differenza degli smilzi ragnetti domestici dalle lunghe zampe. E poi, si sarebbe infrattata nel muschio evitando i piani superiori, cioè i rametti su cui, a testa in giù, stazionano le mantidi. Quella marrone è riuscita ad afferrare un ragnetto per una zampa, ma è stata l'unica cosa che è riuscita a mangiare, come un grissino, perché l'aracnide ha preferito lasciargliela pur di salvarsi. Avrei potuto anche mettere nel terrario una scutigera (per vedere di nascosto l’effetto che fa) ma solo in teoria, giacché, correndo velocissime, non è facile catturarle.


Questa opzione, sempre in teoria, aprirebbe scenari inediti e inquietanti perché non è chiaro chi sarebbe il predatore e chi la preda. Sarebbe come mettere a contatto delle mantidi, che non sono del tutto adulte e quindi esperte, uno scorpione, di cui a volte mi capita di trovare qualche esemplare sia in casa che nella stalla. Casi di combattimento tra insetti carnivori ce ne sono tantissimi, documentati sul web, e suscitano un certo orrore e quindi molte visualizzazioni, ma non è il mio scopo, poiché non intendo fare del cosiddetto sensazionalismo. Potrei fare un video anch’io, limitandomi alla predazione di ragni e cavallette da parte delle mantidi, ma senza mettere a rischio la loro vita. Fra pochi giorni torneranno in libertà e di questa loro esperienza in una scatola di vetro potranno parlare ai loro nipoti. Anch’io potrò fare altrettanto, forse. Voglio ringraziare l’amico Francesco Spizzirri, senza la cui maestria nell’arte del photoshop non avrei potuto realizzare questa splendida serie di fotografie. La mia passione per gli animali unita alla sua passione per la fotografia hanno prodotto questo risultato.

3 commenti:

  1. Ho appreso il nuovo termine "conspecifico" che non conoscevo, credo che vigliaccamente lo rivendero' in altro contesto, lasciando di stucco gli astanti.

    Passione e conscenza della materia, immagini al top. Cos'altro?

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