domenica 1 ottobre 2017

Più divisi ma anche più felici


Fonte: Linkiesta

Agli occhi di asiatici e americani gli europei appaiono complicati. Perché tenere in vita tutti questi Stati piccoli e insignificanti? Perché Belgio e Lussemburgo devono essere divisi? E come si spiega l’esistenza stessa di un Paese come l’Austria, in cui si parla tedesco, è affine alla Germania, ma è del tutto autonoma e indipendente? La verità è che la situazione dei Paesi europei è già un compromesso. Se pure gli Stati appaiono molto (troppo) numerosi in confronto alla superficie del continente, in realtà accorpano al loro interno parecchie micronazioni che, in modi più o meno violenti, cercano di affermare la propria identità. Se si volesse dare un quadro più fedele della realtà nazionale europea, forse l’approssimazione più vicina sarebbe questa, creata da un autore di Reddit:



Altro che Unione Europea. I micro-stati sarebbero più o meno 80. Il solo Regno Unito ne conterebbe 13, l’attuale Francia perderebbe l’Occitania a sud, Bretagna e Normandia a Nord, e varie frazioni a Ovest (Alsazia, Patria libera, Savoia), la Spagna si spaccherebbe seguendo i confini delle storiche Catalogna, Galizia, Castiglia, Leòn, Valencia, Murcia, Asturias, Cantabria, Paesi baschi, Rioja, Andalusia (a dimostrazione che nessuno, in realtà, vuole essere spagnolo), il Portogallo invece resterebbe Portogallo (tenuto unito negli anni dall’isolamento linguistico e culturale nella regione).

L’Italia? Il prevedibile caos pre-Risorgimentale. Addio a Sardegna e Sicilia, rimarrebbe un enorme Sud, forse a ricalcare il regno dei Borbone, una bizzarra Padania che comprende il centritalia (ma forse andrebbe ridivisa, togliendo la Toscana, erede dell’antico Ducato) e il Piemonte. Si dissocia la Lombardia, che vuole autonomia, idem il Veneto. Il Sud Tirolo si stacca e anche il Friuli dice addio a Roma, tenendosi Trieste ma lasciando l’Istria a una sua propria indipendenza rispetto a Slovenia e Croazia.

Nemmeno la Germania, solida e tetragona, ne uscirebbe indenne: perderebbe Franconia, Baviera, Svevia, Lusazia – e con loro gran parte della propria forza economica. Descrivere il variopinto panorama balcanico, invece, appare come compito al di sopra delle forze di chiunque, mentre tutti possono notare che la Grecia resterebbe unita, Creta compresa, e allo stesso modo la Turchia.


La storia, insomma, ha creato i confini. Le guerre, gli eventi e i trattati hanno modellato i Paesi, coprendoli con cultura, moneta e leggi. Ma le forze dell’identità, delle radici, delle tradizioni, sopravvivono più a lungo. E potrebbero, negli anni, rimodellare ancora tutto.

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