lunedì 1 agosto 2022

Come conquistare la fiducia degli animali selvatici

“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse” è un concetto che posso applicare a me stesso, risalendo indietro di mezzo secolo. “I racconti del naturalista” fu il libro che determinò la mia formazione, facendomi diventare amante della natura, come qualche anno prima fu il regalo di un cucciolo di cane a farmi diventare cinofilo, anziché gattofilo. In entrambi i casi, cucciolo e libro, mi furono regalati dai genitori, il che conferma l’importanza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della famiglia nell’educazione del singolo. Se oggi allestisco acquari e terrari lo devo ad Angelo Boglione e ai suoi racconti corredati di foto accattivanti. Come facesse a conquistarsi la fiducia delle bestioline che allevava, ancora oggi è un mistero per me. Dev’essere stato un dono speciale. Io, se metto anfibi nei terrari, scappano e vanno a nascondersi. E’ frustrante. Anche da piccoli, i girini delle rane vanno ad infrattarsi tra le alghe, a differenza dei girini delle raganelle che ho allevato l’anno scorso, ma che non erano così timorosi. Questo girino è con me da un paio di mesi. Erano in due, all’inizio, e questo aveva la forma classica del girino stile spermatozoo. L’altro era un po’ più avanti, nella crescita, avendo già le zampe posteriori. Sono passati due mesi circa, e io non sono andato ogni giorno a controllarli, per cui quello più sviluppato si è fatto crescere tutte e quattro le zampe, ed è uscito dalla vaschetta, dileguandosi tra le cortecce e i muschi. 


Siccome ho deciso di smantellare il “rospario”, forse lo troverò rinsecchito o mummificato in qualche angolo o sotto qualche corteccia. La stessa sorte deve essere successa anche a una rana adulta, catturata lo stesso giorno in cui presi i due girini. Anche lei deve essere andata a morire disidratata in qualche anfratto del “rospario”. Questi piccoli fallimenti hanno determinato la mia decisione di smantellare la struttura, tenuto conto che l’unico rospo che ho trovato quest’anno era un rospo schiacciato dalle macchine, nella via dove abito. Non ho la pazienza di Angelo Boglione, né tanto meno il suo dono speciale. E’ inutile insistere. A voler tenere in cattività gli animali selvatici, anche per brevi periodi, si rischia di farli morire.

E stendiamo un velo pietoso quando, circa tre settimane fa, ho messo una dozzina di girini nell’acquario del pesce rosso, dentro il cui stomaco, a mia insaputa e a causa della mia dabbenaggine, sono sicuramente finiti. Se li è mangiati quando io non vedevo, quella piccola carogna! Comunque, questo piccolo anuro ritroverà presto la libertà, ma ancora non so se lo libererò nello stesso posto dove due mesi fa l’ho catturato o in un posto simile, con acqua calma. Vivo in una zona ricca d’acque. Voglio ringraziare Francesco Spizzirri, che mette a mia disposizione il suo tempo per fare gli ingrandimenti alle foto che gli mando, e che poi mi rimanda. Spero di poter utilizzare anch’io, prossimamente, il programma che usa per ingrandire le foto e lui sarà il mio tutor a distanza, se ne avrà voglia.

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