domenica 14 agosto 2022

Agnelli travestiti da lupi


Se voi foste un’averla alle prime armi potrebbe capitarvi di mangiare un’ape e di doverla sputare perché carica di veleno. Ma potrebbe anche capitarvi di mangiare un Eristalo tenace e di trovarlo saporito. Nel primo caso, non vorreste ripetere l’esperienza ed evitereste accuratamente di mangiare un’altra ape. Venuto a sapere di questa faccenda, di questa opportunità, l’eristalo ha deciso di mimetizzarsi prendendo le sembianze delle api, così che le averle lo lascino in pace. In tal modo, sia le api che gli eristali hanno salva la vita, per lo meno da parte di quella precisa averla. Nel secondo caso, allorché il piccolo predatore d’insetti, alle prime armi, mangi un eristalo, continuerà anche in seguito a mangiare insetti volatori di quella forma e di quell’aspetto, e solo successivamente, capitandogli un’ape, dovrà dare inizio alla propria personale educazione. Sbagliando s’impara. A questo punto, ci si potrebbe chiedere come ha fatto l’evoluzione a produrre ditteri innocui che somigliano ad imenotteri aculeati. Qui bisognerebbe fare calcoli di tipo statistico, ma sarebbe al di fuori della portata del più bravo entomologo o del migliore ornitologo. Come si potrebbe sapere dopo quanti tentativi l’averla in questione, in virtù della brutta esperienza di mangiare un’ape, capisca che le api – e di conseguenza anche gli eristali – non sono commestibili? C’è da perdersi! E io non credo che nessuno abbia mai fatto ricerche di questo genere. E’ necessario affidarsi alla logica, rimanendo stupefatti del miracolo dell’evoluzione. Se fossi stato credente avrei detto: “Del miracolo della Creazione”. Rimanendo con i piedi per terra, e constatando che in Natura esiste una imperscrutabile saggezza, non ci resta che apprezzare l’abilità dell’amico Francesco Spizzirri, che dedica il suo tempo all’elaborazione delle mie foto, come quella in oggetto che ritrae un Eristalis tenax. Non finirò mai di ringraziarlo, per questo.

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