Fonte: Laici Forum Community
Non solo non ho cambiato idea, ma ogni giorno che passa è
un’ulteriore conferma, ovvero che Papa Francesco passerà alla
storia come il più grande bluff: uno che è riuscito a illudere il
mondo intero, non solo catturando il consenso dei vecchi storici
nemici della Chiesa (atei, mangiapreti e marxisti), ora inginocchiati
a baciare i suoi piedi, tradendo la dea ragione per sostituirla con
la dea religione, ma anche – ed è qui per me la cosa più
criminosa – Papa Francesco è riuscito a mortificare, fino ad
annullarla, la vis profetica, usando non più la repressione (tranne
pochi casi, meno noti), ma il fascino dell’inganno. E così quelle
voci che avevano tenuto in vita le speranze più evangeliche, di
colpo si sono spente in una adulazione vergognosa della star più
venerata del mondo. Gli stessi preti, che avevano lottato una
vita per il rinnovamento radicale della Chiesa-istituzione, si sono
ora accodati, omologandosi alle fasulle novità di un papa, che
continua imperterrito a raccogliere osanna ovunque vada.
Eppure, la Chiesa mai come in questi ultimi anni è
sull’orlo del fallimento anche istituzionale: le chiese si stanno
sempre più svuotando, i gerarchi ne combinano di tutti i colori, i
preti non sanno più che pesci pigliare: si è persa la differenza
tra il sacro e il profano, in una tale commistione oscena da far
perdere la realtà dell’Essenziale, che è il Divino in noi,
esteriorizzandoci come creature allo sbando, peggio di bestie che, se
non altro, sanno ancora capire dove andare a mangiare. Papa
Francesco sta quieto un giorno, e di notte ne inventa una delle sue,
senza mai ponderare l’opportunità pastorale delle sue azioni. Ma
chi è il buon pastore se non colui che sappia valutare quando uscire
dall’ovile, dove andare e da quale spirito farsi guidare? A questo
papa interessa solo sparare qualche battuta, fare un gesto
spettacolare, far colpo sui media. Va in giro, e torna lasciando
tutto come prima, aggiungendo illusioni a illusioni. Papa Francesco
lavora sulla pelle della gente, che rimane incantata solo perché ha
il prurito per qualcosa che sa di nuovo.
E i costi dei suoi viaggi? Chi li paga? E quali sono gli
effetti benefici su un’umanità che forse chiede qualcosa di
diverso dai soliti populisti discorsi che, il giorno dopo, si
disperdono nel vuoto? Ma perché dire che i poveri sono soltanto
coloro che hanno fame di qualcosa di materiale? I poveri di una
volta, diventati ricchi, non sono forse gli attuali strozzini o gli
attuali criminali che sfruttano la povera gente? Ed ecco il grosso
equivoco della Chiesa di oggi. Se prima parlava solo di anima (ma di
quale anima?), ora parla anzitutto di corpo (ma di quale corpo?). Non
vi siete mai chiesti il motivo per cui la Chiesa ha condannato i
grandi Mistici, riuscendo perfino, alla fine del ‘600 con la
condanna del quietismo, ad annullare la Mistica? D’altronde, tutti
sanno, se conoscono un po’ di storia della Mistica, che i Mistici
sono sempre stati malvisti dalla Chiesa, proprio perché saltavano
ogni mediazione, compresa quella ecclesiastica, tra il Dio religioso
e il “fondo dell’anima”, dove opera solo la Divinità assoluta,
ovvero sciolta da ogni impaccio strutturale.
Ciò di cui ha
veramente bisogno l’uomo di oggi è la riscoperta del proprio
essere, quel “conosci te stesso” che era scritto a caratteri
cubitali sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Per fare
qualche esempio concreto: non si combatte il razzismo o la xenofobia
dicendo semplicemente che si parteggia per i migranti o
extracomunitari in genere, o compiendo qualche opera di integrazione.
Non si combatte l’ideologia leghista, contrapponendole alcuni gesti
di ecumenismo con i musulmani. Ci vuole ben altro, che sembra
sfuggire a Papa Francesco, così attento alla visibilità mediatica
ma così distratto sulla realtà più profonda dell’essere umano. È
chiaro: parlare di Mistica, non rende!
Oggi la Chiesa sembra ancor più impazzita: vuole
riconquistarsi il consenso della gente, ma non capisce che tale
illusione durerà poco e, quello che è peggio, la Chiesa sta
lasciando morire il vero bisogno dell’essere umano: la sua sete di
quel Divino che non ha etichette da esibire, ma che è la vera
essenza della nostra libertà, di quella libertà da cui dipende
anche la libertà del nostro essere sociale. Qui sta l’Essenziale
di cui parlavo sopra. Il rischio c’è, ed è forte, che
l’Essenziale venga coperto da quell’eccesso di beni, che la
società moderna impone come vero benessere, lasciando però
soffocare l’essere nel mal-essere. Su frontone del tempio di Apollo
a Delfi c’era un’altra scritta, poco conosciuta o poco
reclamizzata: “nulla di eccessivo”, “nulla di troppo”. Non si
può conoscere se stessi, quando si è sotto la cappa di un avere
smodato.
Come può la Chiesa parlare di Essenzialità, quando vive in una
mastodontica struttura tale da soffocare perfino lo Spirito santo?
Oggi la Chiesa è tremendamente povera di “spirito” e, purtroppo,
è riuscita a spegnere del tutto l’esigenza mistica, sostituendola
con quella pseudo-religiosità da quattro soldi (è per questo che
attira il consenso di tanta gente, che tuttavia se ne guarda bene dal
praticarla), che insiste nel proporre riforme liturgiche senza né
capo né coda, fuori dal contesto storico, ma soprattutto sostituendo
la Mistica con il “grosso animale” di platoniana memoria. E per
“grosso animale” intendo anche quell’impegno per il
socio-politico-assistenziale verniciato di misericordia o di carità
cristiana: ma lo “spirito” dov’è?
Ora, l’aver da parte di Papa Francesco non solo di nuovo
emarginato la Mistica, ma spento anche l’anima profetica, l’unica
in grado oggi di contestare il “grosso animale”, ovvero la
struttura della Chiesa, e soprattutto di riattivare il mondo profondo
del divino, ovvero della sorgente della libertà dell’essere umano,
sta portando la stessa Chiesa, e di conseguenza anche la società
civile, ancora succube, in una tale involuzione da precludere ogni
possibilità di salvezza, tanto più che il carisma mediatico del
pontefice-star, ha generato in questi anni un istupidimento generale.
Uscirne, per il momento sembra quasi impossibile o, per lo meno, ciò
creerebbe un maggior isolamento, anche perché, guardandomi attorno,
vedo solo alcuni preti rimasti tra i vecchi ribelli, anche ora
cocciutamente arrabbiati, ma su posizioni unilaterali o monocorde,
senza quella carica rivoluzionaria che era la caratteristica dei
grandi Mistici, oramai estinti. Forse sarebbe il caso di riprendere i
loro scritti, e proporli all’uomo moderno, senza aspettare che la
Chiesa-struttura lo faccia, a meno che non arrivi un papa deciso a
dare un nuovo corso alla Chiesa, proponendo ciò che ora sembra
impossibile, ma è solo rischiando sull’impossibile che si potrà
dare una nuova svolta anche a questa società, prigioniera del
“grosso animale”.
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