martedì 1 gennaio 2019

L’importanza di chiamarsi Rachele



«Facebook mi ha “congelato” il profilo per 48 ore solo per aver postato il simbolo del Movimento sociale italiano, ricordandone la nascita avvenuta il 26 dicembre del 1946. Foto bannata e profilo bloccato, come se avessi fatto qualcosa di eversivo. Ma forse il mio cognome incide». Può succedere se ci si chiama Mussolini, di cognome. E Rachele di nome. Ed è il caso della consigliera comunale di Roma, eletta nella Lista civica per Meloni sindaco, Rachele Mussolini, appunto, figlia di Romano Mussolini e quindi nipote del capo del fascismo. E certo, per lei sì, scatta l’occhiuta sorveglianza di Fb. Persino pubblicare la foto del nonno per ricordane il compleanno diventa reato. Follia pura.

Per il mio cognome subisco una discriminazione

«Sono rimasta sorpresa – dice all’Adnkronos – perché sono una persona notoriamente equilibrata, educata alla tolleranza da mio padre jazzista di fama internazionale (il quartogenito del “Duce” è morto a Roma il 3 febbraio del 2006, ndr.) e da mia madre attrice teatrale. Figuriamoci se mi metto a fare discorsi esaltati. Fatto sta che ad un certo punto mi arriva una notifica da Facebook in cui si dice che la foto postata non rispetta gli standard del social network». E così – prosegue Rachele Mussolini – per ben 48 ore non ho potuto interagire con nessuno. Via Messenger diversi amici hanno lamentato che la foto della Fiamma che avevano condiviso era sparita. Ho dovuto spiegare cos’è successo. Di fatto, scopro che per il mio cognome subisco una discriminazione. Era già successo un’altra volta, ma si trattò di una foto di mio nonno in abiti borghesi, era per ricordare il suo compleanno, il 29 luglio».

Stavolta, lamenta, «è bastato postare il simbolo di un partito che è sempre stato rappresentato in Parlamento per subire questa ingiusta censura». 44 anni, due figlie, Rachele fa un passo indietro con la memoria e quasi ci ride su: paradossale questa pubblicità non richiesta per lei che per tanto tempo si è presentata esclusivamente con il nome di battesimo: «Già con i primi fidanzatini – ricorda – mi capitava di presentarmi solo come Rachele. E a chi mi faceva notare, “Rachele, sai chi era?, rispondevo ‘Sì, vagamente…’”.

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