Lo vedete quel buchino in mezzo alla schiena? Da lì è uscito l’insetto adulto e subito si è arrampicato sul primo albero che ha trovato, per cominciare la sua fase finale di vita, piuttosto rumorosa. Tanto è stato in silenzio negli ultimi quattro anni, se polentona, o due, se terrona, quanto d’ora in poi non la smetterà di frinire, durante le ore di luce e di caldo. Dice la gente: è il maschio che chiama la femmina. Dicono gli entomologi: è vero che è il maschio a cantare, ma non è stato ancora provato che lo faccia per amore. Le femmine si avvicinerebbero a lui anche se non cantasse. Non è il canto della cicala maschio a fungere da richiamo per la femmina. Ci sono altri meccanismi, i feromoni per esempio. Dico io, eh, nel mondo degli insetti hanno la loro importanza. La cicala è un omottero, una specie di grossa cimice e in Italia ve ne sono due specie, la Cicala plebea, nel centro nord, e la Cicala dell’orno, nel centro sud. La polentona è di circa un centimetro più lunga e vive in stato pre-immaginale quattro anni sotto terra, mentre la terrona solo due. Questo, è quanto afferma il mio zoologo preferito, Giuseppe Scortecci, ma può darsi che negli anni successivi, a quando lui scrisse la sua enciclopedia degli animali, altri entomologi abbiano ridotto a una sola la specie italica, con le due varianti menzionate.
Negli Stati Uniti c’è una specie che, sotto terra, sotto forma di larva, vive ben diciassette anni, un’eternità per un insetto, e per tale ragione è chiamata la Cicala dei diciassette anni. Ma, mistero nel mistero, alcuni esemplari della stessa specie, decidono di uscire dal terreno dopo solo, si fa per dire, tredici anni, da quando s’interrarono come piccole larvette. Per tale ragione, ogni estate negli USA ci sono cicale che friniscono, anche se il picco della maggior parte di loro si verifica ogni diciassette anni. Siccome il gran numero potrebbe recare danni alle colture di alberi da frutta, gli agricoltori lo sanno, quando stanno per uscire allo scoperto, e si organizzano a colpi di insetticidi. Suggendo la linfa degli alberi, la pianta deperisce. Idem con le larve, che la succhiano direttamente dalle radici. Le cicale americane hanno anche l’abitudine, quando stanno per uscire in superficie, di costruire piccole ciminiere di argilla, che possono arrivare anche a una trentina di centimetri d’altezza, dentro le quali si sentono al sicuro. Poi escono definitivamente. Ringrazio l’amico Francesco Spizzirri per aver elaborato l’immagine dell’esuvie di cicala, che ho trovato ieri, ingrandendola così da poter osservare meglio i particolari.
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