domenica 31 luglio 2022

Il video dei misteri

Questi cinque spezzoni, riuniti insieme, rappresentano il video più intrigante e misterioso che io abbia fatto finora. Nel primo pezzo, notturno, si vede solo la coda della faina, che esce subito dall’inquadratura, verso destra. Nel secondo, diurno, a sinistra si affaccia il petto e la testa di un uccello, troppo rapido nello scappare, che potrebbe essere una ghiandaia, ma non ne sono sicuro. Credo tuttavia, che non sia una fagiana. Nel terzo, notturno, sempre sulla sinistra, si intravede un riccio che si guarda bene dall’avvicinarsi al suo conspecifico in putrefazione. Idem con il quarto spezzone, sempre notturno e sempre con il riccio che si allontana sulla sinistra e, benché, per qualche ragione a me sconosciuta, il video duri una frazione di secondo, si vede bene che è un riccio. Nel quinto e ultimo pezzo, non si vede niente. Come esca, oltre alle mele che avevo già portato pochi giorni fa, ho aggiunto un riccio schiacciato dalle macchine, e l’ho fatto anche sapendo che “Pane e companatico” non vanno d’accordo. Ovvero, è preferibile usare un’esca di un solo genere, senza mettere animali in decomposizione insieme a pane o mele. Qualcosa di tale abbinamento disturba gli animali selvatici, che si mostrano più diffidenti del solito. Nel caso della nutria e del pane, forse dipese anche dal fatto che la volpe non ama inoltrarsi sul letto ghiaioso del fiume, ma preferisce rimanere sotto la protezione della boscaglia. Sorvolando sul mistero dell’uccello che fa capolino per un secondo, se vogliamo vedere il lato positivo della faccenda, devo dire che è la prima volta che filmo un riccio. Ho l’impressione che, di norma, la fauna selvatica preferisca tenersi alla larga da animali morti, forse percependo il pericolo connesso alle malattie, a meno che non si tratti di iene e avvoltoi, ovvero dei cosiddetti animali spazzini. E riguardo alla brevità del quarto spezzone, lo attribuisco alla pioggia che c’è stata, o ai temporali che hanno interferito con la programmazione della durata delle riprese. La fototrappola è stata operativa quattro notti di seguito, sulla riva sinistra del fiume Stella.


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