Ero andato a controllare la fototrappola, sulle rive del fiume Stella, notando che il pane a pezzetti che avevo ammonticchiato il giorno prima era rimasto tale e quale, senza che nessuno, di notte, lo avesse scompigliato o trafugato. Ho perciò lasciato tutto così e mi sono avviato verso casa, tornando sul posto dove avevo lasciato la bicicletta. Sulle foglie dei cespugli che costeggiano l’immancabile campo di mais, ho notato un’effimera. Come dice il nome, si tratta di un tipo di insetto che vive qualche anno sotto forma di larva acquatica e poi un giorno, dopo lo sfarfallamento, come insetto immaginale, cioè adulto. Giusto il tempo di accoppiarsi e morire. Eros e Thanatos. Tenendo la bici appoggiata sul sedere, con le due mani libere ho fatto solo due foto, una delle quali è andata a segno, nel senso che era a fuoco, ed è stata poi resa ancora migliore, dal punto di vista estetico, da Francesco Spizzirri, esperto fotografo, che non finirò mai di ringraziare. Ho voluto anche, già che c’ero, fotografarla con il cellulare e chiedere all’App “Google lens” di dirmi all’incirca di che specie si trattava. Non c’era campo e non è stato possibile. Una volta arrivato a casa, non so come mai, un’identica effimera mi si è presentata sulla lampada della cucina, proprio mentre ero seduto a tavola. Non so cosa stessi facendo in quel momento, ma mi sono chiesto se fosse lo stesso esemplare che avevo fotografato prima, e in tal caso mi si era attaccato addosso senza che me ne accorgessi, o un altro, capitato lì per conto suo. Fatto sta che ora è nel terrario, probabilmente in attesa di diventare cibo per le mantidi, di cui il mio orto è pieno, sempre che riesca a catturarne una. “Google lens”, ora funzionante, mi dice che è una Ephemera zettana, ma non ne sono del tutto sicuro.
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