Quando l’ho catturata nell’orto era lunga un centimetro e mezzo. Dopo due giorni, il 15 luglio, ha compiuto una muta, è uscita dalla sua esuvie ed era lunga due centimetri e mezzo. Io non ero lì per apprezzare l’evento. Con tali misure, ha fatto in tempo a catturare e divorare una mosca. Avevo immaginato di poterla allevare e infatti mi ero segnato la data del suo cambio di pelle, ipotizzando che ce ne sarebbero state delle altre. Grazie al web sono venuto a sapere che le mantidi si possono allevare, solo che bisogna avere lo stomaco di assistere al loro modo feroce, dal nostro punto di vista, di mangiare le prede vive, oltre naturalmente a procurargliele. In estate è facile, giacché basta andare in un prato con un retino, ché di cavallette ce n’è in grande abbondanza. D’inverno, si può allestire un allevamento di tenebrionidi, meglio conosciuti come tarme della farina. Ci sono negozi di cibo per animali che ne hanno. Un altro motivo per cui le mantidi vengono allevate è il fascino dovuto alla loro fama, dettata dalla perenne fame, nel momento in cui, non dopo ma proprio durante l’accoppiamento, si voltano e, afferrato il maschio, cominciano a sbranarlo. Gli studiosi sono arrivati ad affermare che è proprio quando è senza testa, che il maschio dà inizio alla copula, non prima. A parte questo aspetto macabro e grottesco dell’etologia della mantide religiosa, non ho mai allevato questo tipo d’insetto e pensavo di essere pronto a farlo, ma c’è stato un colpo di scena.
Siccome le mettevo nel terrario sia mosche che ragni, è stato proprio uno di quelli da me immessi che l’ha sopraffatta e uccisa. Io ci sono rimasto male, e subito mi hanno assalito i sensi di colpa. Non ho valutato la pericolosità dei ragni, né fatto caso alle dimensioni. Infatti, quando mi sono accorto della tragedia, la mantide stava rosicchiando un piccolo ragno e solo successivamente è stata aggredita da un altro più grosso. Anche in questo caso, io non ero presente. Chissà, forse magari, se intervenivo immediatamente, la potevo salvare. Fatto sta che in questo momento nel terrario ci sono due ragni: uno piccolo che sta mangiando una mosca e uno grande che sta finendo di succhiare i fluidi interni della...”mia” mantide. Una volta che il dramma sarà concluso, li lascio andar via (due li ho già fatti scappare).
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RispondiEliminaNON ESISTE VERAMENTE UN OBIETTIVO PER MACROFOTOGRAFIA SE NON AD ALTI LIVELLI. E' PIU' IMPORTANTE LA VICINANZA, CON I FIORI E' FACILE PERCHE' NON SI MUOVONO, E SOPRATUTTO LA MESSA A FUOCO CHE SI GIOCA IN MILLIMETRI. POI LA MACRO FOTOGRAFIA HA VARI LIVELLI SI PARTE DALLA MOSCA INTERA, E IL TUO OBIETTIVO VA QUASI BENE, E SI ARRIVA AGLI OCCHI DELLA MOSCA E LI' SI CHE SONO CAZZI. LA TUA E' ANCORA FOTOGRAFIA NATURALISTICA, FOTOGRAFARE I PISTILLI DI UN FIORE O GLI OCCHI DI UNA MOSCA E' MACROFOTOGRAFIA, LA TUA NON E' ANCORA MACROFOTOGRAFIA, INFATTI RIESCI A FARE DELLE FOTO A VOLTE BELLE. LA FOTO LA FA IL FOTOGRAFO NON LA MACCHINA FOTOGRAFICA.
Forse sceglierò una via di mezzo. Invece di comprare un obiettivo per macrofotografia, visto che fotografare gli occhi di una mosca richiede certe complicazioni, potrei orientarmi verso un obiettivo che mi permetta di avvicinarmi di più ai soggetti, più di quello che sto usando ora. Anche di poco.
EliminaI reziari.