Subito dopo aver fotografato l’Effimera, ho attraversato un tratto di terreno erboso, sempre sul lato del campo di mais, che immetteva sulla capezzagna. Vi pullulavano piccoli ortotteri verdi e marroni, che saltavano via al mio passaggio. Credo di non averne calpestato nessuno, perché erano agilissimi nello spostarsi. Ricordo a questo proposito che una delle migliori filosofie/religioni che io conosca, il Giainismo, consigliava di legare alle caviglie dei campanellini, in modo da avvisare i piccoli insetti presenti sulla strada di spostarsi al nostro arrivo. Io non ne ho avuto bisogno. Anche in questo caso, sono bastate due foto, una andata a buon segno, successivamente elaborata da Francesco Spizzirri, che gli utenti del blog ormai conoscono. Di piccole cavallette ce ne sono tante specie, ma ho avuto la fortuna di trovare in un manuale cartaceo quella che mi sembra essere la cavalletta in oggetto, un esemplare femmina di Chorthippus longicornis. Sul perché l’abbiano chiamata longicornis, visto che ha le antenne corte, non mi pronuncio, ma quando e se riuscirò a catturare qualche mantide, penso che queste cavallettine faranno una brutta fine, ma invece di farla in mezzo all’erba, lontano da occhi indiscreti, la faranno nel mio terrario, sotto l’obiettivo della mia macchina fotografica. In Giappone, un tipo è riuscito ad allevare una mantide come fosse un animaletto domestico, un Pet, ma io non ho di queste ambizioni. Purtroppo, non sono riuscito a trovare il video dell'allevatore nipponico di mantidi, ma non c'è solo lui, sul web. Ce ne sono altri.
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