Testo di Marco Serraglini
Lui è Ovidio. Nasce in Sardegna, nella costa sud ovest. Coltiva la terra, la ama. Ogni giorno della sua vita. A pochi metri dal paradiso di Tuerredda. È il 2010, Ovidio ha 80 anni. Zappa ancora. È felice. Poi arriva un grande gruppo immobiliare: “Dacci la tua terra, te la paghiamo a peso d’oro. Costruiremo un hotel a 5 stelle”. Ovidio non ne vuole sapere. La terra non si vende. “Dicci tu la cifra e noi te la diamo”. Ovidio è irremovibile: “Questa è la terra di mio padre e del padre di mio padre. Qui voi non avete alcun diritto a costruire”. Ma le lobby hanno già le autorizzazioni, iniziano a costruire nei terreni circostanti. E pretendono quello di Ovidio. Che reagisce. Li porta in tribunale. Da solo contro tutti. Qualcuno lo prende in giro. Gli ripete “non ce la farai mai”. Ovidio però è testardo. Passano gli anni. Ne compie 85. Arriva sino alla Cassazione. Vince lui. “Qui mi avevano preso per scemo, ma io non mi sono arreso. Volevano circondarmi di case, volevamo intrappolarmi nel cemento, forse speravano che me ne andassi. Adesso saranno costretti a buttar giù tutto. Non è accettabile andar via da casa mia per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti e io lo devo difendere”. Pochi giorni fa Ovidio ha compiuto 90 anni. Auguri piccolo grande uomo sardo.
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