Tra tutti i siti che parlano di acquariofilia in generale, e di pesci pulitori in particolare, sono andato a beccare proprio quello che ha sbagliato nome, chiamando questa specie Dolicopertus, mentre il nome corretto è Dolichopterus. Ancistrus è il nome del genere, e almeno questo è corretto. Il vicino di casa che oggi me li ha regalati è lo stesso che mesi fa mi ha venduto l’acquario dove allevava i gamberetti che poi usava come esca per la pesca in mare. Già quella volta mi aveva annunciato che mi avrebbe regalato dei pesci pulitori, perché a lui ne nascono continuamente e infatti al momento ne ha una quindicina. Fra le quattro o cinque specie di pesci pulitori usati in acquariofilia, questo è il più bizzarro o, se vogliamo, il più mostruoso. Sempre che i bargigli da pesce gatto bastino per rendere un pesce mostruoso. Dice il mio vicino che solo la femmina ha i bargigli e perciò, come dice il proverbio, donna baffuta è sempre piaciuta. Sembrerebbe un detto consolatorio per donne che hanno troppo testosterone. Nel caso dell’Ancistrus dolichopterus non è questione di ormoni, ma – presumo – di acque fangose, dove la vista serve a poco. I bargigli dei pesci siluro, dei pesci gatto e anche del nostro Ancistrus servono come organi del tatto, tipo vibrisse, nelle acque melmose. Questa è solo una mia ipotesi e infatti, i maschi come fanno? Vanno a sbattere contro gli ostacoli? E poi, avendo abitudini notturne, cioè lasciando gli anfratti dove hanno passato le ore di luce al calare delle tenebre, per andare in cerca di cibo, al buio i bargigli gli servono solo fino a un certo punto. Non è, tuttavia, una questione rilevante. In acquario, ambiente dove non hanno predatori, possono vivere anche dieci anni e arrivare a una lunghezza di 15 centimetri. Questa coppia, che mi è stata regalata, è sui quattro o cinque centimetri e, se è già entrata nell’età riproduttiva, potrebbe deporre uova e riempirmi l’acquario di tanti piccoli dolichopterini. Per fortuna, c’è Wanda che li terrà sotto controllo, famelica com’è, e dopo essersi mangiata – mea culpa – una dozzina di girini.
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