giovedì 8 settembre 2022

La Natura come rifugio


"La cosa migliore che possiamo fare è ballare."

"E se ci prendono per pazzi, Signor Coniglio?"

"Lei conosce saggi felici?"

"Ha ragione, balliamo!"

(Lewis Carroll)



Non passa giorno senza che io vada a passare qualche minuto in mezzo agli alberi, vicino all’acqua. Essi sono diventati il mio rifugio. Evito il più possibile la vicinanza degli uomini e, anche a costo di dover combattere contro le zanzare, sto con la mia cagnetta seduto sull’erba a guardare scorrere il fiume Stella, oppure mi siedo sull’argine del Tagliamento sperando di vedere, da lontano, qualche garzetta dal volo maestoso o qualche cormorano dal volo frenetico. Annuso l’aria, respiro, mi rilasso e cerco di non affaticare il cuore fibrillatore. A volte penso a un infarto che mi colga sulla riva del Tagliamento, tra i cespugli di pioppo ormai privi, in questa stagione, di crisomelidi. Mi chiedo dopo quanti giorni il mio cadavere verrebbe trovato e da chi, da qualche pescatore forse? Cosa accadrebbe alla mia inseparabile cagnolina, resterebbe a farmi la guardia? Comincerebbe a guaire per la fame? Ma poi mi rialzo, a fatica, e i mesti pensieri svaniscono, ritorno alla bicicletta e mi rimetto in marcia verso casa. 



Ieri ho fatto sei chilometri all’andata e sei al ritorno, ma non ero sicuro che ce l’avrei fatta, giacché non sono più abituato ad andare in bici percorrendo così tanta strada. Al ritorno, tuttavia, sentivo di avere molte più energie che all’andata e in un paio di occasioni, sulla provinciale tra Varmo e Rivignano, camionisti frettolosi mi hanno sfiorato benché corressi proprio sul margine dell’asfalto e non in mezzo alla strada. Non c’è solo l’arresto cardiaco, dunque, ma anche la troppa fretta di certi conducenti di camion, da tener presente, in questo mondo bellissimo ma ostile. Il Tagliamento era deserto, ma cartelli esplicativi messi dal comune di Varmo di recente, accennavano alla presenza di tane di tasso, elemento che mi costringerà a tornare sul posto, tralasciando il letto del fiume e inoltrandomi nel bosco ripariale, ammesso che la presenza del mustelide bianco e nero non sia solo mera pubblicità ingannevole.



Al fiume Stella invece ci arrivo senza pericoli. Potrei andarci anche a piedi se non fosse che la vecchia carlina fa fatica a deambulare, per cui la metto nel cestino della bici e poi la faccio scendere affinché anche lei si sgranchisca un po’ le zampe. Lei mi segue barcollando e non si stacca da me, anche perché quando io cammino troppo veloce per la sua andatura, mi perde di vista, ipovedente com’è, nonché sorda, e io devo tornare sui miei passi per riagganciarla. 



Così, è capitato che trovassi una piccola rana, sul fango della riva, da poco uscita dalla metamorfosi, e non ho potuto fare a meno di prenderla delicatamente in mano. Indovinate dove è saltata? Sulla schiena di Pupetta, che in quel momento mi stava attaccata addosso per non perdermi. Pupetta non si è accorta di nulla, di tanto leggera era la ranetta, ma io ho fatto in tempo a scattare una foto ricordo. Un ricordo di cui nessuno si ricorderà, un evento che non cambierà le sorti dell’umanità, a meno che non sia vera la teoria di Edward Lorenz. Verso la piccola rana non ho provato istinti predatori, cioè non ho sentito la necessità di portarmela a casa, per fotografarla, anche perché proprio lì ne avevo presa una un po’ più grossa e durante la notte era morta disidratata dentro il terrario. Mi sono prefisso di lasciar stare gli anfibi dalla pelle liscia e delicata. A volte, è meglio astenersi, così si evitano gli eventuali sensi di colpa, dovuti alla nostra goffaggine congenita. Solo quando sono in mezzo alla Natura, il mio cuore balla spensierato, come suggerito dal Coniglio di Alice.

4 commenti:

  1. I conducenti di furgoni e di camion sono dei pazzi scatenati, qualche giorno fa uno di costoro mi ha sfiorato la gamba, ero in scooter.... Prudenza vorrebbe che io smettessi di andarci su, come dicono i miei famigliari, visto il mio quadro clinico, la stazza e l'età... Se qualcuno mi dovesse stendere, essendo io un morto di fame, non avrò la mia vendetta né in questa vita né in un'altra, come dice Massimo Decimo Meridio...ti consiglio di raggiungere i campi agresti fettonando, alla pedona, Roberto. Per quelli elisi hai ancora tempo.....

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    1. Se il Comune di Varmo dice il vero, cioè che nei suoi boschi ci sono i tassi, devo per forza fare sei Km e quindi o li faccio in macchina o in bici.

      Un'altra segnalazione verbale mi dice che i tassi si trovano nei boschi di Palazzolo dello Stella, che è ancora più lontano.

      Nella vita, mi è capitato di vedere solo due tassi, in posti e tempi diversi, e tutti e due morti.

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  2. Il tasso ha attività notturna e crepuscolare. Durante il giorno vederne uno, è cosa più unica che rara.

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    1. A me basterebbe trovare la tana, che potrebbe anche essere di volpe, così da poter piazzare la foto trappola.

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