lunedì 11 novembre 2024

Questi sono i veri eroi!


Testo di Pier Luigi Pinna

In Australia, la famiglia Zammit ha fermamente rifiutato di vendere la propria casa, ormai circondata da un nuovo sobborgo, nonostante offerte che avrebbero raggiunto i 50 milioni di dollari australiani! La loro proprietà, situata su Hambledon Road nell'area di Sydney, si estende per circa cinque acri (circa due ettari) ed è diventata un simbolo di resistenza contro lo sviluppo urbano. Valutata originariamente circa 4,75 milioni di dollari australiani nel 2012, il valore della casa è salito vertiginosamente grazie allo sviluppo circostante, con stime attuali tra i 40 e i 50 milioni di dollari australiani. La decisione della famiglia di non vendere ha creato un paesaggio unico nella zona, con la loro grande casa e ampio giardino che contrastano nettamente con le file di case suburbane standard circostanti.

3 commenti:

  1. Questo mi dà l' occasione per parlare di un argomento che mi sta molto a cuore .
    Conservare una casa " vecchia " , oltre un eroico atto di resistenza è anche conservare la memoria che vogliono cancellarci.
    I nuovi insediamenti , con le nuove case che devono seguire dei criteri ecologici , sono concepiti per creare alienazione in chi vive o anche solo , di passaggio, vi si trova dentro.
    Senza fare il confronto impossibile con costruzioni di anche solo un secolo fa , o , ancora più indietro , coi centri storici di origine medioevale , sto notando una trasformazione inquietante negli ultimissimi anni , anche solo per chi fa una semplice ristrutturazione.
    La tendenza ( dicono per rispettare i coefficienti energetici della politica green ) è, più che realizzare abitazioni , di fare dei simil- bunker, case rigorosamente grigie ( di colore ) , con finestre piccole , che danno proprio l' impressione di impenetrabilità e fanno pensare che all' interno debbano vivere perennemente con aria artificiale ,
    cancellate , grigie anche loro , che sembrano più barriere autostradali che cancelli , perlomeno quelli normali , alcuni anche artisticamente fantasiosi.
    Nel pubblico è ancora peggio , i nuovi edifici danno disagio solo a vederli , frequentarli è ancora peggio.
    Parlo per esperienza, proprio di pochi giorni fa , essendo stato ricoverato in una struttura d' avanguardia , fiore all' occhiello della sanità reggiana ma che non regge assolutamente il confronto , visto dal lato estetico/emotivo ( importantissimo ai fini della guarigione) con l' esperienza di 20 anni fa in un padiglione , un palazzo storico dei primi del 900 che ha conservato le caratteristiche originali , del complesso ospedaliero del Maggiore di Parma.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La casa contadina nella quale vivo attualmente è stata costruita nel 1917, in piena guerra!

      Per ristrutturarla e renderla abitabile (prima ci pioveva dentro) ho speso un mucchio di soldi. Ma mi dicono che questa è la norma, quando si comprano case vecchie.


      Girando per le strade del Friuli, mi capita a volte di vedere delle case prefabbricate, di colore grigio e dalla forma cubica.

      Nessuna sinuosità, nessuna femminea curva, ma tutto angoli e spigoli.

      Elimina
  2. Mi riconosco in ciò che Bobo dice, provo la stessa sensazione quando esco dal centro storico della mia città e rientro nella periferia infingarda dove straccamente sopravvivo.

    Non abbiamo niente a che vedere con coloro che costruirono palazzi, reggie, insigni monumenti, piazze monumentali ed ariose, luoghi di gratificazione della vista e dell'animo... Sopravvissuti a reset stratificati, solo conserviamo il sentore di ciò che è giusto, appagante, confortevole, gratificante, eccetera eccetera. Niente più.

    Viviamo, se così si può dire, di rendita d'accatto, e i vanagloriosi scioccamente si vantano di essere romani, fiorentini, veneziani, pur non avendo niente ormai a che vedere coi loro "antenati".

    RispondiElimina