Fonte: All4Animals
Punizione durissima e
meritata inferta a un aguzzino di animali nello Stato americano del
Nevada: l’uomo è stato condannato a 28 anni di prigione. Se si
comporterà bene, potrà chiedere la libertà vigilata tra non meno
di undici anni. Il crimine di cui l’imputato, il 25enne Jason
Brown, è stato accusato è particolarmente cruento e ha scioccato
non solo la comunità in cui è avvenuto, ma anche lo stesso giudice
che ha dovuto emettere la sentenza, lo scorso 1 ottobre.
Il giorno
del verdetto, l’aguzzino è stato condotto in tribunale con mani e
piedi incatenati e un giubbino antiproiettile a causa delle molte
minacce ricevute. L’uomo si era definito “non giudicabile” per
i suoi crimini perché sotto l’effetto di alcol e droghe nel
momento in cui li aveva commessi. Nella fattispecie, Brown ha
torturato, ucciso, smembrato e decapitato diversi cani, almeno
sette. Il giudice Elliot
Sattler ha chiesto e ottenuto di vedere i filmati che l’imputato
aveva girato di se stesso mentre torturava i cani. È apparso molto
turbato e scosso dalle immagini, che ha successivamente paragonato,
in termini di brutalità, a “pornografia infantile”:
“Sfortunatamente, in questo lavoro sei costretto a vedere immagini
di violenza su vittime innocenti. In molti casi, i bambini sono
costretti a subire crimini terrificanti. E così, mentre guardavo il
video del suo caso”, ha detto il giudice all’imputato, “pensavo
che si tratta di una cosa molto simile a quelle”. Jason Brown, già
in carcere da 15 mesi per questi crimini, era un consumatore abituale
di droghe e alcol e si è impossessato ripetutamente di cani in
adozione per poi portarli con sé in una stanza di motel, torturarli,
ucciderli e smembrarli senza alcuna ragione tranne il proprio
divertimento personale. Le forze dell’ordine che hanno proceduto
all’arresto dell’imputato hanno testimoniato che nella stanza di
motel di Brown sono stati ritrovati diversi collari, ciotole e
trasportini.
Nel bagno, poi, gli agenti hanno scoperto “il corpo di
un animale, dalle sembianze di un piccolo cane. C’erano una testa e
una coda mozzata. Dal corpo del cane era stata prelevata della carne
all’altezza della coscia. Nel frigorifero c’erano teste di
animali, di cani di piccola taglia, zampe, e un secchio contenente le
loro pelli”. Brown ha ripetutamente asserito di non ricordare nulla
dei crimini commessi, ma il giudice non gli ha creduto –
soprattutto in virtù delle testimonianze delle persone che,
ingenuamente, gli avevano dato in adozione i cani, e che parlavano di
un giovane ben vestito, educato e perfettamente in grado di intendere
e di volere. Poco prima dell’emissione della sentenza, l’imputato
ha chiesto di parlare al giudice: “Non voglio tornare al punto in
cui faccio ancora del male. Sono stanco del modo in cui vivevo e
stufo delle cose che ho fatto”. Il giudice Sattler lo ha ascoltato,
ma la visione delle immagini e la lettura dell’analisi dell’esperto
di psicopatologia forense lo hanno spinto ad emettere una sentenza di
condanna di 4 anni per ciascuno dei sette cani uccisi, per un totale
di 28 anni di prigione. Il giudice ha motivato la sua decisione
parlando della pericolosità sociale dell’aguzzino.
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