mercoledì 21 ottobre 2015

Maschi in età militare

Fonte: Vox News

Ad una rete ungherese, una giornalista ucraina, Aida Bolevar, racconta la sua esperienza alla stazione di Budapest, prendendo un treno per Vienna. La giornalista conosce l’arabo: “masse di maschi d’aspetto arabo, sporchi, non volevano lasciarmi passare dall’entrata. Mi insultavano in arabo e cercavano di portarmi via il bagaglio”. La ragazza si è difesa poi allontanandosi. Ha avuto il tempo di vedere che nella stazione, incredibilmente sporca, “gli immigrati defecavano là dove si trovavano. Le donne si facevano picchiare dai loro figli maschi…I bambini urlavano. C’erano maschi che afferravano un bambino non loro e, sollevandolo, si guadagnavano un passaggio nella calca per salire in treno, usandolo come scudo umano. Avevano tutti lasciato montagne di spazzatura. Nessuno parlava una parola di una lingua europea”. Erano al 90 per cento, secondo lei, maschi dai 19 ai 45 anni, in età militare. Lei li ascoltava: “urlavano oscenità ai passeggeri” occidentali, “parlavano tra loro di come portare loro via i bagagli”. Nello scompartimento, insieme ai pochi passeggeri europei, quando il treno si avvia, Aida può sentire quel che i profughi si dicono fra loro, ormai tranquilli perché sono riusciti a salire.



Conversavano tra loro chiedendosi se dovessero rapinarci, visto che questo sarebbe stato lieto ad Allah, essendo un danno agli infedeli. Guardando me, si dicevano che meritavo di essere violentata, perché non indossavo il hijab, che ero una puttana”. Aida sottolinea la capacità di dissimulazione di questi cosiddetti profughi: “Ti sorridono, e allo stesso tempo, nella loro lingua, proferiscono contro di te orrendi insulti”, sapendo che non capisci. Ma lei capiva. Durante il viaggio, hanno ricevuto del cibo: “Hanno buttato mele, pane e biscotti sui binari, li hanno calpestati. Volevano denaro, denaro. Alcuni afferravano dei passeggeri e cercavano di sottrar loro gli oggetti di valore; prendevano le loro valige, non li lasciavano passare, li spingevano e insultavano”.

Nessun commento:

Posta un commento