Fonte: Corriere della sera
Sarebbe
stato assai importante se al raduno di Imola Beppe Grillo e
Gianroberto Casaleggio (ma anche Alessandro Di Battista e Luigi Di
Maio o chi per loro) avessero compiuto una Bad Godesberg in merito ai
dogmi cospirazionisti che sono nel Dna del loro movimento. Così come
il 15 novembre del 1959, nella piccola città poco distante da Bonn,
i socialdemocratici tedeschi gettarono nel cestino l’ideologia
marxista aprendosi la via al governo, così adesso, per una questione
di tempi, i Cinque Stelle avrebbero dovuto sbarazzarsi dell’ideologia
complottista che non si addice a chi aspira ad entrare a Palazzo
Chigi e, da quella postazione, a cambiare il Paese. La questione dei
tempi è relativa alla circostanza che oggi la Conferenza Stato
Regioni dovrebbe approvare il nuovo Piano nazionale per i vaccini. In
un’intervista a Margherita De Bac pubblicata domenica su queste
pagine la responsabile del Ministero della Salute, Beatrice Lorenzin,
ha reso pubblici dati davvero allarmanti. Ben oltre 5 bambini su 100
sfuggono alla profilassi antipolio, tetano, difterite, epatite B,
pertosse. Addirittura il 14 per cento si sottrae ai vaccini contro
morbillo, rosolia e parotite. Possono sembrare percentuali di entità
trascurabile. Invece sono davvero alte se si considera che da molti
anni la soglia di copertura necessaria, che è all’incirca del 95%
di vaccinati, sembrava essere a portata di mano. Se non ci si colloca
stabilmente entro i confini di quella soglia del 95%, virus e batteri
non saranno mai debellati, potrebbero presentarsi rinvigoriti e
perfino causare epidemie.
E che c’entra
Grillo? Il mondo che crede a congiure e complotti universali, che ha
nel web la sua platea universale, è nemico giurato dei vaccini.
Grillo ne è una sorta di pontefice dall’8 settembre del 2007
allorché al Vaffa day lanciò la sua prima invettiva contro queste
misure di profilassi dalle malattie infettive. Resta agli atti una
proposta di legge dei suoi seguaci (il 23 luglio 2013, qualche mese
dopo essere entrati in Parlamento) per boicottare i vaccini. La
proposta si richiama a «recenti studi » che avrebbero «messo in
luce collegamenti tra le vaccinazioni e malattie specifiche quali
leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni
genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie». I
«recenti studi» non sono mai stati identificati a meno che non ci
si riferisse alla gaffe della rivista The Lancet che pubblicò una
«ricerca » di Andrew Wakefield (foto) tesa a mettere in relazione il
vaccino contro il morbillo e l’autismo. Il British Medical Journal
dimostrò che l’articolo di Wakefield era inzeppato di prove false
e The Lancet fu costretta a ritirarlo. Una vicenda di fine anni
Novanta che non consente adesso di parlare di uno «studio» e
nemmeno «recente».
Non intendiamo con
questo sostenere che Grillo sia l’unico responsabile del fatto che
un numero crescente di famiglie sottraggano i loro figli dalle
piccole iniezioni che li immunizzerebbero da un gran numero di
malattie. Ma è certo che quel suo pronunciamento di qualche anno fa
contribuisce a provocare un clima di diffidenza nei confronti di
un’elementare profilassi. Colpisce ad esempio che, in reazione
all’allarme della Lorenzin, il presidente del Codacons, Carlo
Rienzi (foto), abbia espresso dubbi sull’entità del pericolo (e fin
qui...) ma si sia altresì sentito in dovere di denunciare «le
grandi manovre delle case farmaceutiche per arricchirsi grazie
all’allarme vaccini ». Dove sono le prove specifiche? E siamo al
punto. I responsabili di queste cospirazioni non vengono mai
identificati per nome e cognome dai complottomani.
È il caso di un altro
cavallo di battaglia dei Cinque Stelle: le «scie chimiche»
rilasciate da aerei non meglio identificati. Di Battista e Carlo
Sibilia (responsabile Cinque Stelle per l’educazione, per lui lo
sbarco degli americani sulla Luna è stato «una farsa») diedero
credito alla teoria secondo cui queste misteriose entità aeree
avrebbero prodotto nell’aria «irrorazioni» di «lunghi e
appiccicosi filamenti che fluttuano nel cielo». Paola Taverna fu più
prudente: «Chi può escluderle?», domandò (sull’Espresso). Marco
Zullo si impegnò a portare il caso a Bruxelles. Di Maio disse che
interrogazioni dello stesso tenore erano state presentate anche da
deputati del Pd. Se è per questo il primo a «far esplodere» in
Parlamento il caso delle scie chimiche era stato, nel febbraio del
2011, Domenico Scilipoti.
Sempre in tema di
complotti, bersaglio unanime del movimento è il gruppo Bilderberg
responsabile, secondo l’appena citato Sibilia, della strategia
della tensione in Italia. Le prove, a suo dire, gliele avrebbe
fornite il giudice Ferdinando Imposimato, lo stesso che in un libro
ha «dimostrato» il pieno coinvolgimento di Francesco Cossiga e
Giulio Andreotti nel rapimento e nell’uccisione di Aldo Moro (anche
se poi il pm Luca Palamara si vide costretto a incriminare
l’informatore di Imposimato, tale Giovanni Ladu: aveva inventato le
«prove»). Monia Benini ha sostenuto che Goldman Sachs e JP Morgan
finanziano i matrimoni gay per ottenere una massiccia riduzione della
popolazione. Tiziana Ciprini Cicchi ha «dimostrato» che la norma
per poter dare al neonato il cognome della madre era riconducibile a
un Nuovo Ordine Mondiale intenzionato a «demolire la cultura
patriarcale ormai scomoda e pericolosa per il sistema». Davide Bono
si è detto convinto che i filmati delle decapitazioni Isis fossero
«un falso Usa per giustificare all’opinione pubblica i
bombardamenti americani». Di Battista si è detto convinto che le
guerre in Africa siano per lo più «combattute per il rifornimento
idrico all’industria della carne». Tatiana Basilio ha accusato
entità sempre misteriose di aver fatto sparire «prove schiaccianti
» dell’esistenza delle sirene. Paolo Bernini godette di una
qualche notorietà per aver rivelato a Ballarò che gli americani ci
controllano con dei microchip sottopelle.
Qualche volta però
nomi e cognomi sono stati fatti. Maurizio Buccarella (foto), ad esempio, ha
denunciato Pietro Grasso che disporrebbe sul suo banco di presidente
del Senato di un tasto che gli consente di staccare il collegamento
video quando c’è la diretta tv così da non far apparire sullo
schermo i rappresentanti di Cinque Stelle. E in almeno una occasione
il movimento ha avuto l’onestà di fare marcia indietro. È stato
nel caso della proposta di legge, primo firmatario Filippo
Gallinella, per uno stop all’importazione del grano «saraceno».
Quando fu fatto loro osservare che la denominazione della spiga non
aveva niente a che fare con l’area di provenienza e che quel grano
non veniva da terre islamiche ma pur chiamandosi «saraceno» era
prodotto qui in Italia, dissero che si era trattato di un «refuso»
e che avrebbero corretto con «grano straniero». Bene così.
Quanto a noi, ci
accontenteremmo che l’élite più informata dei simpatizzanti
grillini si pronunciasse non già per mettere un freno a questa
allegra combriccola di buontemponi ma per una radicale revisione
limitata ai vaccini.
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