Testo di Andrea Mavilla
Cari
amici, Adel Smith,
53 anni, di origine musulmana, chiede
all’insegnante della scuola di Ofena (AQ) nella quale si trovano i
suoi figli, di rimuovere il crocifisso appeso alla
parete. Quest’ultima si rifiuta. A questo punto,
assistito dall’avvocato aquilano Visconti,
Adel Smith ricorre al
tribunale del capoluogo abruzzese per ottenere un pronunciamento
d’urgenza. Investito della questione, il tribunale dell’Aquila
non può far null’altro che ribadire il carattere di laicità della
Repubblica Italiana e delle sue istituzioni e il 23 ottobre decreta
la rimozione di qualsiasi simbolo religioso dal complesso scolastico
entro trenta giorni dal pronunciamento.
Egr. Adel
Smith, potrei anche
accettare la remota possibilità di rimuovere il nostro
crocifisso se in
cambio mi si concede di poter entrare – con scarpe, canottiera
e berretto – all’interno di qualsiasi moschea situata sul
nostro territorio. Inoltre,
le vorrei chiedere:
“Perché ha deciso di portare
i suoi figli in Italia?” Li ha forse portati per la libertà,
per la giustizia, per il benessere, per l’assistenza sanitaria, per
l’assistenza allo studio, per la tutela sociale, per l’uguaglianza
davanti alla legge, per le giuste opportunità di lavoro?
Gentile Adel Smith, non
diffonda odio e violenza. Anzi, se non Le piacciono le nostre leggi,
se non condivide la nostra civiltà e/o educazione, se non approva la
nostra democrazia, può sempre tornare da dove è venuto. Ci
rispetti e rispetti la nostra cultura, altrimenti vada via.
ma adel smith non era morto scusate?
RispondiEliminaInfatti è morto un anno fa, ma la notizia non è ancora arrivata ad andrea mavilla...
EliminaVero. Confermo che Adel Smith è morto.
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