Ogni anno circa
duemila indiani vendono uno dei loro reni a clienti occidentali.
Disturbi come il diabete e la pressione alta hanno fatto schizzare
verso l’alto la richiesta di organi e i mercati neri dell’Asia
sono il posto migliore dove trovarli. L’Iran è l’unico paese al
mondo in cui la compravendita dei reni è considerata legale, anche
se in teoria non per gli stranieri, ma la nuova capitale del traffico
è Colombo, capitale dello Sri Lanka, dove i mediatori offrono ai
clienti americani, inglesi, canadesi, arabi e israeliani pacchetti
“all inclusive” che vanno dai 53mila ai 122mila dollari per un
trapianto. Il costo comprende le spese per il soggiorno del donatore
presso la clinica, l’operazione di espianto e, ovviamente, la parte
per chi organizza il tutto. Un mediatore indiano contattato dalla
testata “Al Jazeera” dice che i clienti si mettono in contatto
con lui tramite i social network e i blog per trovare donatori sani,
non fumatori, che generalmente hanno tra i 20 e i 40 anni. Una volta
raggiunto un accordo con il cliente, i donatori vengono sottoposti ai
test clinici e all’esame di compatibilità in una clinica di
Chennay, nel sud dell’India, e, se tutto va bene, vengono
trasferiti negli ospedali di Colombo.
Un mediatore può
guadagnare dai 757 ai 1.211 dollari per donatore, ai quali invece
spetta un compenso che va dai 4.500 ai 6.000 dollari a seconda che
possiedano già un passaporto o che il mediatore debba procurargliene
uno. Dal momento in cui parte per l’operazione, trascorrono circa
18-25 giorni prima che il donatore possa fare ritorno a casa con un
rene in meno. La fonte di Al Jazeera dice che il compenso per il
chirurgo è di circa $2.160 per ogni intervento, l’ospedale invece
deve farsi carico delle spese per corrompere gli ufficiali
dell’ufficio immigrazione, qualora iniziassero ad indagare sui
donatori in arrivo dall’India. Nel 2011, lo Sri Lanka ha proibito
ai propri cittadini di donare organi a persone straniere per cercare
di contrastare il fenomeno dei trapianti illegali, ma è ancora
possibile eseguire il trapianto se il ricevente porta con sè il
proprio donatore. La legge dice anche che ricevente e donatore
debbano essere dello stesso paese ma, a causa della corruzione, questo
principio è spesso violato.
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