venerdì 9 ottobre 2015

La fabbrica dei pezzi di ricambio


 
Fonte: Il grande cocomero

Ogni anno circa duemila indiani vendono uno dei loro reni a clienti occidentali. Disturbi come il diabete e la pressione alta hanno fatto schizzare verso l’alto la richiesta di organi e i mercati neri dell’Asia sono il posto migliore dove trovarli. L’Iran è l’unico paese al mondo in cui la compravendita dei reni è considerata legale, anche se in teoria non per gli stranieri, ma la nuova capitale del traffico è Colombo, capitale dello Sri Lanka, dove i mediatori offrono ai clienti americani, inglesi, canadesi, arabi e israeliani pacchetti “all inclusive” che vanno dai 53mila ai 122mila dollari per un trapianto. Il costo comprende le spese per il soggiorno del donatore presso la clinica, l’operazione di espianto e, ovviamente, la parte per chi organizza il tutto. Un mediatore indiano contattato dalla testata “Al Jazeera” dice che i clienti si mettono in contatto con lui tramite i social network e i blog per trovare donatori sani, non fumatori, che generalmente hanno tra i 20 e i 40 anni. Una volta raggiunto un accordo con il cliente, i donatori vengono sottoposti ai test clinici e all’esame di compatibilità in una clinica di Chennay, nel sud dell’India, e, se tutto va bene, vengono trasferiti negli ospedali di Colombo.



Un mediatore può guadagnare dai 757 ai 1.211 dollari per donatore, ai quali invece spetta un compenso che va dai 4.500 ai 6.000 dollari a seconda che possiedano già un passaporto o che il mediatore debba procurargliene uno. Dal momento in cui parte per l’operazione, trascorrono circa 18-25 giorni prima che il donatore possa fare ritorno a casa con un rene in meno. La fonte di Al Jazeera dice che il compenso per il chirurgo è di circa $2.160 per ogni intervento, l’ospedale invece deve farsi carico delle spese per corrompere gli ufficiali dell’ufficio immigrazione, qualora iniziassero ad indagare sui donatori in arrivo dall’India. Nel 2011, lo Sri Lanka ha proibito ai propri cittadini di donare organi a persone straniere per cercare di contrastare il fenomeno dei trapianti illegali, ma è ancora possibile eseguire il trapianto se il ricevente porta con sè il proprio donatore. La legge dice anche che ricevente e donatore debbano essere dello stesso paese ma, a causa della corruzione, questo principio è spesso violato.

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