Le coop dell'accoglienza danno lavoro a pochi a discapito della collettività

Testo di Giovanna Fisichella

Il problema numero uno è che si fa immigrazione con l'accoglienza, intesa quest'ultima come mantenimento di migranti. Questi soggetti quindi non sono immigrati veri, sono merce, carne umana mercificata, con la quale si ingrassa un lurido business a danno dei contribuenti italiani. Più si ingrassano le coop dell'accoglienza, e tutta la miriade di interessi che le ruotano intorno, più si indebolisce economicamente il paese. In Italia c'è bisogno di lavoro, di nuovo lavoro, l'accoglienza rappresenta lavoro e arricchimento di pochi a danno della collettività. Una vera produzione di nuovo lavoro invece fa crescere il paese e l'immigrazione ha un senso solo se è legata a vero lavoro. Fare i badanti di giovanotti stranieri che non fanno nulla è lavoro? È un lavoro inventato furbescamente. 

In una Coop c'era un operatore ogni 3-4 migranti giovani e in salute. Mentre nei nostri ospedali e nelle strutture sanitarie in generale si trovano spesso 1 o 2 infermieri ogni 15-25 pazienti, anche gravemente compromessi. È normale tutto questo? Si tagliano fondi alle persone disabili, si lasciano famiglie povere in mezzo ad una strada, ma i soldi per l'accoglienza di gente straniera si trovano sempre e in quantità. Parliamo di denaro pubblico, i nostri soldi. No, mi dispiace, ma l'immigrazione non si fa con l'accoglienza. I flussi migratori devono essere regolarizzati da leggi severe e giuste. Nell'interesse dei cittadini autoctoni ed anche di chi vuol venire in Italia a lavorare, dove deve avere una possibilità di lavoro vero, con uno stipendio che gli consenta di pagare le tasse e contribuire alla crescita del paese. Così come va adesso da almeno una decina di anni è solo un abominio. Copiamo le politiche immigratorie del Canada, dell' Australia... Così non si può andare avanti.