Testo di
Giacomo Amadori
Roma,
Piazza di Spagna, ore 16 del pomeriggio. Come pescatori in una tonnara i
tassisti attendono il turista da scarrozzare. Qualcuno ha la faccia
imbronciata, qualcuno furba, i più annoiata. Alessandro no, è pimpante. Mentre
attraversa il centro storico commenta a voce alta: «Mi scusi se parlo da solo»
dice, «ma tra pochi giorni lascio questo Paese. Volo via con un biglietto di
sola andata». Alessandro, 40 anni e qualche tatuaggio, è romano. «Ma non
sopporto più gli italiani e i nostri politici. Fanno di tutto per farti passare
la voglia. Di tutto, compreso di lavorare».
Si
capisce, e lo dice, che non ne può più di gabelle, burocrazia, caos. «Per
liberarmi da tutto questo ho venduto la casa: 270 mila euro. E ora con quei
soldi potrò vivere di rendita nel paese dove ho deciso di trasferirmi». E dove
ha scelto di fuggire? «A Tamarindo». Al cronista quel nome dice poco. Gli fa
venire in mente le polemiche sui presunti affari in Costa Rica dell’autista e
della cognata di Beppe Grillo. I due infatti hanno vissuto per qualche anno
laggiù e hanno aperto alcune società. All’epoca il Paese era nella black list
dei paradisi fiscali dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico. Dal 2011 non è più nell’elenco. «Però laggiù continua a essere
semplicissimo imprendere», assicura Alessandro. Che in Costa Rica è andato già
quattro volte, prima di decidere di eleggerlo a sua terra di adozione. «Mi sono
presentato in ambasciata e quasi mi srotolavano davanti il tappeto rosso.
Se
uno straniero vuole investire nel loro Paese lo trattano con tutti gli onori».
Ad Alessandro hanno subito messo a disposizione un elenco di consulenti
italiani in grado di aiutarlo. «Dopo pochi giorni un avvocato di Pescara mi ha
proposto un affare: un chiringuito sulla spiaggia per 12 mila dollari, meno di
dieci mila euro». Il tassista in pochi giorni si è trovato in mano il rogito. «In
meno di una settimana sono venuti da me due impiegati statali che hanno
verificato i documenti e mi hanno detto: “Bene, ci vediamo tra un anno, quando
dovrà pagare le tasse”. Sa quante sono? Il 10-12 per cento del fatturato. Non
ci volevo credere. In Italia per ottenere una qualunque licenza bisogna
sobbarcarsi una via crucis su e giù per uffici pubblici, rimbalzati da
sportellisti maleducati e insolenti. Per poi pagare il 56 per cento di tasse
sulla nuova attività». Alessandro è uno spot vivente della Costa Rica: racconta
che a Tamarindo la temperatura è tutto l’anno intorno ai 30 gradi, il clima è
abbastanza secco e che le piogge e gli uragani sono molto meno frequenti che
sul litorale atlantico.
Assicura
che una villetta con giardino, stile coloniale in legno bianco, può costare tra
i trenta e i quaranta mila euro. «Io e la mia compagna abbiamo deciso di far
nascere là nostro figlio. Un modo per ottenere la residenza permanente. Che
puoi ottenere in tre anni anche facendo un investimento di 50 mila
dollari nel Paese o trasferendo qui una pensione da almeno 1000 dollari».
Una cifra con la quale secondo Alessandro in Costa Rica una famiglia di quattro
persone può vivere più che dignitosamente. Però per crescere un bambino il
Centro-america non è il posto più tranquillo del mondo. «La Costa Rica è la
Svizzera dell’area, il livello di alfabetizzazione è più alto che in Italia, il
sistema sanitario di buon livello attira pensionati da mezzo mondo e lo Stato
investe moltissime risorse nella salvaguardia del paesaggio e della natura. In
più dal 1949 hanno abolito l’esercito: questo è il primo paese al mondo senza
militari».
Gli
occhi del tassista brillano, sembra stia parlando del Paradiso terrestre. «La
vita è breve e dal mese prossimo voglio trascorrerla su una spiaggia in mezzo a
gente allegra e accogliente. Magari riscoprendo valori da noi dimenticati». In
Costa Rica vivono altri 3.500 italiani: «Laggiù ho conosciuto diversi
connazionali, per esempio due ragazzi intraprendenti e sportivi che hanno
comprato sei tavole da surf, le hanno piantate sulla spiaggia e passano il loro
tempo sulla cresta dell’onda o flirtando con le turiste americane». La corsa è
finita. Alessandro mi lascia la sua email e la sua storia. Torno a casa, digito
Costa Rica su Internet e leggo: «Per diverse università è il primo Paese al
mondo per felicità media della popolazione». Domanda: ma quanto costerà un
biglietto aereo per San José?
Del Costa Rica non so nulla, ma so che ci sono parchi nazionali rivolti ad una clientela occidentale facoltosa
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