sabato 4 novembre 2017

Gli Arconti questi conosciuti




Gli Arconti occupano un ruolo assoluto, predominante e di rilievo in quella che è conosciuta come la Gnosi, specie in riferimento al destino ultimo dell'Uomo. Non volendo addentrarmi nella Genesi degli Arconti e del Demiurgo loro Padre, tematica alquanto complessa da spiegarvi in breve e in questa sede, mi limiterò ad accennarvela in modo da darvi un'idea sui generis della tematica che mi accingo a svelarvi, scusandomi in anticipo se sarò approssimativo. I miti gnostici, più o meno unitariamente, sono concordi nel sostenere che il nostro mondo sia stato il frutto dell'opera di un Dio Minore, solitamente chiamato con i nomi di Jaldabaoth - anche Samael - spesso descritto come cieco o arrogante, comunque una potenza intermedia, figlio, nonché frutto dell'errore di Sophia. Ella (dal greco “sapienza”) prese forma come concetto a sé stante, nelle comunità gnostiche di scuola alessandrina, siriana, ma anche nell'ebraismo e nel primo cristianesimo, assumendo il significato di Sapienza o Conoscenza Divina, parte femminile o eterno femminino di Dio. 

Essendo la componente femminile di Dio, divenne al tempo stesso Sorella e Sposa del Cristo, poiché, come egli, proviene da Dio, un Dio giustamente inteso come Padre e Madre allo stesso tempo, in quanto Origine di due principi, quello maschile (il Cristo) e quello femminile (Sophia), appunto. Nella tradizione gnostica, Ella provocò un'instabilità nel Pleroma, contribuendo alla creazione della Materia, e in quanto manifestazione ultima, generò così il Demiurgo che ne diventerà poi l'Architetto. Sophia, per gli gnostici cristiani, divenne ben presto un elemento centrale per comprendere la straordinaria e complessa cosmologia universale, essa, essendo componente femminile di Dio (in quanto Madre), risiede in tutti noi sotto forma di Scintilla Divina, un Punto di Luce, e il Cristo (l'elemento maschile e di Padre), fu inviato nel Cosmo e sui pianeti per 'accenderla', come, in seguito, Gesù verrà inviato in forma umana anche nella nostra Terra, in qualità di Messia emissario, nonché di Cristo, per risvegliarla dagli inganni degli Arconti e del Demiurgo, portando la Gnosis.

Ma l'intera storia è molto più complicata e intrigante di quanto si possa immaginare, perché presso tutti i sistemi gnostici si insegnava che l'Universo ebbe inizio da un Dio originario, perfetto ed inconoscibile, definito come Padre, Bythos o Monade. Questo 'concetto divino' venne poi associato al Logos dello stoicismo, dell'esoterismo, all'Ein Sof della Qabbalah, al Brahman dell'Induismo, etc. Nello gnosticismo cristiano era noto come Primo Eone ed in quanto Uno, emanò spontaneamente altri Eoni, come descritto anche nel taoismo cinese, entità che poi si accoppiarono in una sequenza tale che la loro potenza andò via via sempre più scemando, divenendo inferiori e caduche nella Materia; l'ultima di queste coppie, alla fine, fu formata da Sophia e il Cristo. L'insieme degli Eoni costituiva il Pleroma, la pienezza o totalità di Dio, perciò non intese come Entità diverse o a lui separate, ma come astrazioni simboliche della sua stessa natura divina. Sophia, ad un certo punto, tentando di aprire una breccia nella barriera tra lei e l'inconoscibile Bythos, decise di generare senza la sua controparte maschile e tale gesto portò in sé un disequilibrio all'interno del Pleroma, contribuendo al formarsi di un vero e proprio abominio, il Demiurgo (Satana), identificato successivamente nel Dio ebraico YHWH, anche noto come Yaldabaoth, Samael), creatore di tutto l'Universo materiale ad oggi a noi conosciuto, un dio minore malvagio dato che Ella, lo generò senza la sua sigizia (unione o congiunzione), ovvero il Cristo. 

Insomma, Sophia, stranamente, fu assalita dall'angoscia e la paura di perdere la vita, memore della perdita della luce originaria dell'Uno, e tali sentimenti contrastanti le provocarono confusione e una brama morbosa di tornare a lui. A causa di questa paura, la Materia venne accidentalmente in essere attraverso la trasformazione dei Quattro Elementi: il Fuoco, l'Acqua, la Terra e l'Aria. Fu in questo contesto che il Demiurgo venne originato, ma essendo nato privo della sua forma più autenticamente divina, le sue sembianze apparvero subito mostruose, un essere dalla testa leonina, ed egli, ritrovandosi in questo limbo grezzo, plasmò tali elementi creando il mondo fisico nel quale viviamo ancora oggi, ignorante però dell'esistenza della stessa Sophia e che, comunque, riuscì ad infondere alcune scintille (pneuma) nelle creature del Demiurgo suo figlio. All'interno di questo nostro viaggio è fondamentale soffermarsi un attimo sul reale significato dei termini di Arconte e Demiurgo. Demiurgo è l'artefice che ha ordinato una nuova realtà, seppur illusoria, ed è colui che ha schematizzato il caos iniziale della creazione dentro dei rigidi schemi mentali, oltretutto meccanici. In effetti, in quanto tale, si comporta come un vero e proprio artigiano, un fabbro che ostinatamente batte in modo violento sul ferro incandescente, forgiandone la forma, a suo capriccio e volontà; si evince che esiste un ulteriore realtà ultramondana dove la materia-oggetto del suo lavoro, è estranea e, così, precedente alla Genesi.

Arconte è un titolo che nella Grecia antica veniva riservato ad alti magistrati, ovvero uomini di alto lignaggio, delegati al governo o al potere, nonché al giudizio e all'ordine della cosa pubblica. Queste potenze intermedie, del tutto operanti nella Materia da loro plasmata e forgiata, intrisa di tutti i loro rigidi schemi mentali e meccanici che ne permettono un regolare funzionamento, dominano il mondo dei fenomeni.

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