Fonte: Coscienza aliena
Gli Arconti occupano un ruolo assoluto, predominante e di rilievo
in quella che è conosciuta come la Gnosi, specie in riferimento al
destino ultimo dell'Uomo. Non volendo addentrarmi nella Genesi degli
Arconti e del Demiurgo loro Padre, tematica alquanto complessa da
spiegarvi in breve e in questa sede, mi limiterò ad accennarvela in
modo da darvi un'idea sui generis della tematica che mi accingo a
svelarvi, scusandomi in anticipo se sarò approssimativo. I miti
gnostici, più o meno unitariamente, sono concordi nel sostenere che
il nostro mondo sia stato il frutto dell'opera di un Dio Minore,
solitamente chiamato con i nomi di Jaldabaoth - anche Samael - spesso
descritto come cieco o arrogante, comunque una potenza intermedia,
figlio, nonché frutto dell'errore di Sophia. Ella (dal greco
“sapienza”) prese forma come concetto a sé stante, nelle
comunità gnostiche di scuola alessandrina, siriana, ma anche
nell'ebraismo e nel primo cristianesimo, assumendo il significato di
Sapienza o Conoscenza Divina, parte femminile o eterno femminino di
Dio.
Essendo la componente femminile di Dio, divenne al tempo stesso
Sorella e Sposa del Cristo, poiché, come egli, proviene da Dio, un
Dio giustamente inteso come Padre e Madre allo stesso tempo, in
quanto Origine di due principi, quello maschile (il Cristo) e quello
femminile (Sophia), appunto. Nella tradizione gnostica, Ella provocò
un'instabilità nel Pleroma, contribuendo alla creazione della
Materia, e in quanto manifestazione ultima, generò così il Demiurgo
che ne diventerà poi l'Architetto. Sophia, per gli gnostici
cristiani, divenne ben presto un elemento centrale per comprendere la
straordinaria e complessa cosmologia universale, essa, essendo
componente femminile di Dio (in quanto Madre), risiede in tutti noi
sotto forma di Scintilla Divina, un Punto di Luce, e il Cristo
(l'elemento maschile e di Padre), fu inviato nel Cosmo e sui pianeti
per 'accenderla', come, in seguito, Gesù verrà inviato in forma
umana anche nella nostra Terra, in qualità di Messia emissario,
nonché di Cristo, per risvegliarla dagli inganni degli Arconti e del
Demiurgo, portando la Gnosis.
Ma l'intera storia è molto più
complicata e intrigante di quanto si possa immaginare, perché
presso tutti i sistemi gnostici si insegnava che l'Universo ebbe
inizio da un Dio originario, perfetto ed inconoscibile, definito come
Padre, Bythos o Monade. Questo 'concetto divino' venne poi associato
al Logos dello stoicismo, dell'esoterismo, all'Ein Sof della
Qabbalah, al Brahman dell'Induismo, etc. Nello gnosticismo cristiano
era noto come Primo Eone ed in quanto Uno, emanò spontaneamente
altri Eoni, come descritto anche nel taoismo cinese, entità che poi
si accoppiarono in una sequenza tale che la loro potenza andò via
via sempre più scemando, divenendo inferiori e caduche nella
Materia; l'ultima di queste coppie, alla fine, fu formata da Sophia e
il Cristo. L'insieme degli Eoni costituiva il Pleroma, la pienezza o
totalità di Dio, perciò non intese come Entità diverse o a lui
separate, ma come astrazioni simboliche della sua stessa natura
divina. Sophia, ad un certo punto, tentando di aprire una breccia
nella barriera tra lei e l'inconoscibile Bythos, decise di generare
senza la sua controparte maschile e tale gesto portò in sé un
disequilibrio all'interno del Pleroma, contribuendo al formarsi di un
vero e proprio abominio, il Demiurgo (Satana), identificato
successivamente nel Dio ebraico YHWH, anche noto come Yaldabaoth,
Samael), creatore di tutto l'Universo materiale ad oggi a noi
conosciuto, un dio minore malvagio dato che Ella, lo generò senza la
sua sigizia (unione o congiunzione), ovvero il Cristo.
Insomma,
Sophia, stranamente, fu assalita dall'angoscia e la paura di perdere
la vita, memore della perdita della luce originaria dell'Uno, e tali
sentimenti contrastanti le provocarono confusione e una brama morbosa
di tornare a lui. A causa di questa paura, la Materia venne
accidentalmente in essere attraverso la trasformazione dei Quattro
Elementi: il Fuoco, l'Acqua, la Terra e l'Aria. Fu in questo contesto
che il Demiurgo venne originato, ma essendo nato privo della sua
forma più autenticamente divina, le sue sembianze apparvero subito
mostruose, un essere dalla testa leonina, ed egli, ritrovandosi in
questo limbo grezzo, plasmò tali elementi creando il mondo fisico
nel quale viviamo ancora oggi, ignorante però dell'esistenza della
stessa Sophia e che, comunque, riuscì ad infondere alcune scintille
(pneuma) nelle creature del Demiurgo suo figlio. All'interno di
questo nostro viaggio è fondamentale soffermarsi un attimo sul reale
significato dei termini di Arconte e Demiurgo. Demiurgo è l'artefice
che ha ordinato una nuova realtà, seppur illusoria, ed è colui che
ha schematizzato il caos iniziale della creazione dentro dei rigidi
schemi mentali, oltretutto meccanici. In effetti, in quanto tale, si
comporta come un vero e proprio artigiano, un fabbro che
ostinatamente batte in modo violento sul ferro incandescente,
forgiandone la forma, a suo capriccio e volontà; si evince che
esiste un ulteriore realtà ultramondana dove la materia-oggetto del
suo lavoro, è estranea e, così, precedente alla Genesi.
Arconte
è un titolo che nella Grecia antica veniva riservato ad alti
magistrati, ovvero uomini di alto lignaggio, delegati al governo o al
potere, nonché al giudizio e all'ordine della cosa pubblica. Queste
potenze intermedie, del tutto operanti nella Materia da loro plasmata
e forgiata, intrisa di tutti i loro rigidi schemi mentali e meccanici
che ne permettono un regolare funzionamento, dominano il mondo dei
fenomeni.
Nessun commento:
Posta un commento