Fonte: Cesena Today
"Funerale" di Forza Nuova per la prima unione gay: parte
un processo apripista. Si andrà a processo contro i militanti di Forza Nuova che, come
forma di protesta politica contro le unioni civili da poco rese
possibili, inscenarono in maniera macabra un funerale in
corrispondenza della prima unione gay di Cesena, quella tra Manuel e
Marco. Risale allo scorso febbraio la manifestazione omofobica. Forza
nuova tappezzò il centro storico con manifesti funebri in cui
annunciava "la morte della civiltà", con tanto di bara
allestita per rafforzare ulteriormente il concetto. Commenta Marco Tonti, Presidente Arcigay Rimini, Forlì e Cesena:
“Un gesto lugubre e minaccioso non solo nei confronti di Marco e
Manuel, i due protagonisti della cerimonia, ma anche di tutte le
altre persone LGBT italiane vista la risonanza della notizia”.
All'epoca Arcigay Rimini-Forlì-Cesena presentò un esposto contro
Forza Nuova che è stato accolto dalla Procura di Forlì. Il prossimo
7 novembre presso il tribunale di Forlì ci sarà la prima udienza in
cui non solo Arcigay si costituirà parte civile (assistita dagli
avvocati Christian Guidi e Andrea Cappelli del Foro di Rimini) ma
anche il comune di Cesena.
Commenta Tonti: “In Italia non esiste una legge contro
l'omofobia che sanzioni questi comportamenti, i quali vanno ben oltre
la critica politica perché mettono nel mirino due persone innocenti
per minacciare un'intera collettività di persone. Mentre attendiamo
che alle prossime elezioni i partiti inseriscano nel loro programma
l'impegno ad approvare questa legge, il caso che si inizierà a
discutere tra pochi giorni diventa un importantissimo caso pilota a
livello nazionale. Che ci sia una legge antidiscriminazioni come la
Reale-Mancino che però è inefficace nei confronti della
discriminazione omo-transfobica è infatti un paradosso
inaccettabile, è una discriminazione nella discriminazione, una
discriminazione al quadrato. Un'assurdità anche giuridica visto che
la Corte europea dei diritti dell'uomo ha esplicitamente equiparato
razzismo e omofobia”.
“Ci auguriamo che grazie a questo processo sarà possibile fare
un passo per sanare il paradosso per cui in Italia, il Paese più
omofobico d'Europa, non esistono leggi che proteggano le persone LGBT
dalle infamie e minacce che ricevono ogni giorno e che non denunciano
proprio per l'inefficacia sanzionatoria del nostro sistema giuridico
e legale”, conclude Tonti.
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