Le forze dell’ordine delle eggregore

Il 25 luglio erano in due. Due stranieri venuti dalle Americhe. Anche i carabinieri erano in due. Il 4 ottobre erano in due. Due stranieri venuti dalle Americhe. Anche i poliziotti erano in due. Nel primo caso, benché in servizio, i carabinieri erano senz’armi, perché, con una semplice maglietta addosso, le pistole si vedrebbero (prima stranezza). Nel secondo caso, i poliziotti erano armati e in divisa, ma si sono lasciati prendere le pistole (seconda stranezza). Carabinieri che girano disarmati si trovano solo nelle sceneggiature dei film. Idem con i poliziotti che si lasciano fregare le pistole: solo Sylvester Stallone o Robert De Niro lo sanno fare. I due statunitensi uccidono un carabiniere per il furto di uno zainetto, i due dominicani uccidono due poliziotti per il furto di un motorino. In entrambi i casi, il reato in sé è banale, c’è in ballo un furto di 100 euro di droga e, se consideriamo che i due statunitensi erano alloggiati in un hotel di lusso, abbiamo la terza stranezza. Sia Finningan Lee Elder, l’assassino del carabiniere, che Alejandro Augusto Stephan Meran, l’assassino dei poliziotti, all’apparenza sembrano tranquilli, salvo poi scatenare subitaneamente la follia omicida.

Finnegan, durante la sua aggressione al carabiniere, usa tecniche da guerriglia e colpisce Cerciello Rega con 11 coltellate (numero cabalistico) dapprima con un fendente ai reni, cosa che impedisce alla vittima di urlare e che viene utile quando si è nella giungla circondati da nemici. Dove ha imparato il 19enne americano a muoversi in quel modo? E’ stato addestrato o è un istinto naturale? Il dominicano, dopo aver rubato due pistole, toglie la sicura e spara 16 colpi. Se ne deduce che sapeva come si fa a togliere una sicura e quindi doveva avere una certa familiarità con le armi da fuoco. Ciliegia sulla torta, che fa alzare il livello del sospetto che si sia trattato di azioni eterodirette, il dominicano sentiva delle voci, mentre non ricordo se si possa dire la stessa cosa dello statunitense, ma quando un assassino dice di sentire delle voci, che magari gli ordinano di uccidere, ci sono buone probabilità che si tratti di un candidato manciuriano, soggetto a trattamento da MK-ultra.

Fin qui, la ricostruzione degli avvenimenti. Ma c’è anche molto da dire sulle conseguenze sull’opinione pubblica, specie in un periodo in cui la sicurezza pubblica, in Italia come nel resto d’Europa, ha i nervi scoperti a causa dei migranti che delinquono. Se i due assassini provenienti dalle Americhe dovessero risultare strumenti di un piano per colpire l’emotività degli italiani, bisogna ipotizzare una regia che sta dietro a tutto ciò e che li ha trasformati in assassini appositamente per scatenare le polemiche e indignare gli italiani. Lo statunitense, insieme al suo connazionale passivo, sarà presto riportato negli USA, grazie al vassallaggio che l’Italia ha da più di 70 anni con i vincitori della seconda guerra mondiale. Il dominicano, insieme a suo fratello passivo, seguirà il suo destino, che agli eventuali registi di queste stragi interessa né punto né poco. 

Che i due ragazzi statunitensi siano di pelle chiara, ha permesso alla Sinistra di dire che a commettere reati in Italia non ci sono solo i migranti. Che i due giovani fratelli dominicani siano di pelle scura, ha permesso alla Destra di dire che i negroidi, oltre alla musica, hanno anche l’omicidio nel sangue e che la riapertura dei porti voluta dai sinistri sta facendo entrare in Italia anche delinquenti patentati. In questo caso, sembra sia stato dato un colpo al cerchio e uno alla botte, in modo da approfondire sempre più il divario di opinioni tra favorevoli e contrari all’accoglienza. Nel caso del dominicano, si è lasciata aperta la scappatoia della malattia mentale, così da permettere ai “compagni” di dire che non si tratta di un migrante arrivato con i barconi, e ai “camerati” di dire che i buonisti tentano come al solito di salvare gli assassini piuttosto che i rappresentanti dello Stato. In entrambi i casi, hanno ragione tutti e molte energie andranno sprecate nei dibattiti televisivi per decidere chi ha ragione.

Se è vera la teoria che, come umanità, siamo parassitati da entità aliene, nel senso più ampio del termine, ovvero creature interdimensionali, che si nutrono della nostra rabbia e del nostro dolore, allora, sia in questi giorni con gli accadimenti di Trieste, sia alla fine di luglio con quelli di Roma, gli italiani hanno nutrito abbondantemente i “Voladores”, come vengono chiamati dagli sciamani amerindi. Ad essi sono state offerte pietanze a base di rabbia, per l’invasione di criminali stranieri e dolore, per le vittime e per l’impotenza che ci vede in balìa di un disordine sociale mai visto prima. Dolore e rabbia, piatti squisiti per i parassiti che da millenni affliggono l’umanità, tenendo nascosta la loro stessa esistenza alle vittime. Infatti, il concetto che l’umanità sia parassitata da “altri”, provenienti da altrove, appartiene ad ufologi ed esoteristi, mentre la stragrande maggioranza del gregge non ne sa nulla. Non abbiamo prove che sia in atto tale forma di parassitismo psichico, ma delle manipolazioni mentali abbiamo più che semplici sospetti, per cui possiamo anche limitarci a credere che alcuni balordi siano scelti e resi potenziali assassini, facendoli entrare in azione in modo eterodiretto, a tempo debito, e con vittime mirate. In questo caso, rappresentanti dello Stato. Ciò mi sembra altamente verosimile. Domanda inevitabile: cui prodest?