Testo di Marco Squarta
L’altro giorno ho lanciato una provocazione chiedendo agli amici di Facebook come giudicassero l'eventuale obbligatorietà di un vaccino anti covid. La stragrande maggioranza dei commentatori hanno dichiarato la propria netta contrarietà. Sono rimasto sinceramente perplesso, ma poi ho cercato di guardare le cose per quello che sono. Perché la maggioranza dei cittadini sono contrari al vaccino? Perché non si fidano. Non si fidano più. E la colpa non è loro. Il clima di incertezza ha portato alla diffidenza. Nel corso di questi mesi abbiamo letto e sentito di tutto. E il suo contrario. Anche il mondo scientifico si è diviso in mille rivoli, una parte della stampa ha riportato notizie che un attimo dopo sono state smentite, o disattese, o confutate, da qualcun altro.
All’inizio, le mascherine no, poi le mascherine sì. All'aperto servono, poi no non servono se distanziati. Si ammalano solo gli anziani, e invece anche i giovani. I bambini quasi mai e invece anche loro. Si muore di Covid, no si muore con il Covid. Il virus ha perso la sua forza, ma ora sta tornando e quindi non si sa. Titoloni di questi giorni con numeri da capogiro e poi fai la conta dei tamponi e ti accorgi che i nuovi positivi sono lo zero virgola. Teatrini, balletti della politica, manie di protagonismo o eccessivo silenzio. Dall'incertezza generale deriva la sfiducia dei cittadini.
Una cosa certa però è la prudenza da tenere rispettando tutte le regole previste. La povertà inoltre che ha generato il Covid è impressionante, la crisi attuale non si placherà con la fine dell'estate, anzi. C’e bisogno quindi di maggiore chiarezza, più prudenza nell'informazione e nella comunicazione, maggiore responsabilità nel trattare l'argomento. Ne va del futuro del mondo. Intanto continuiamo tutti ad essere prudenti e a rispettare le regole.
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