lunedì 26 febbraio 2024

Il Primo Ministro italiano vuole farci entrare in guerra


Marco Maut: Bielorussia. Lukashenko dice: "Se l'occidente continua ad aiutare Kiev come sta facendo adesso, i giorni dell'Ucraina sono contati". L'escalation verso una guerra totale in Europa è sempre più reale, grazie anche ai governanti europei restii a intavolare trattative per la pace.

12 commenti:

  1. Ho visto il contenuto dell'accordo.
    Spero che sia tutto finto e fatto per propaganda.
    Altrimenti c'è davvero da aver paura.

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    1. E l'italia dovrebbe ripudiare la guerra (vedi Costituzione) !

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    2. Perché, tra tutte le nazioni serie di cui è composta l'Europa, è stata scelta la più inaffidabile, l'Italia, affinché entri in guerra per prima a fianco dell'Ucraina, in caso di "false flag", altrimenti conosciuta come "casus belli"?

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    3. Perché noi siamo ritenuti e non a torto, dei creduloni a cui puoi raccontare tutto, del resto io mi sono chiesta come sia stato possibile, nel 2020, che lo pseudo-virus sia partito dalla Cina e abbia colpito questo disgraziato paese che sta a 7.500 km, e non i paesi limitrofi prima di noi (fermo restando che di tale virus non c'è alcuna certezza ma chiacchiere).
      Sarebbe come dire che se uno fa una scorreggia in macchina, con a bordo dei passeggeri, la puzza la sentono prima i cittadini di Pechino.
      Zenzero
      Zenzero

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  2. Se allargate l' inquadratura , in alto si vedono i fili a stelle strisce che muovono i due burattini.

    Io non ho paura di un eventuale intervento della Russia nei nostri confronti, noi non siamo l' Ucraina filo nazista , i russi sanno che il popolo italiano in gran parte ha capito il gioco ; piuttosto mi preoccuperei dei nostri nemici storici , gli anglo americani , lupi travestiti da agnelli che non esisteranno a farci fare la fine dell' agnello sacrificale se le cose dovessero mettersi male per loro.

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    1. Non a caso è stata chiamata "la perfida Albione". Freeanimals

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  3. Il buffone ucraino, che pare un ubriacone uscito dalla bettola col fiasco in mano, sta lamentandosi che la UE gli ha dato solo il 30 per cento delle armi promesse....come un bambino che resta deluso se non riceve i doni promessi da Babbo Natale, questo Scaramacai (l'antenato di Sbirulino) continua a leccare le terga dei potenti, ormai la lingua è talmente piena di cacca che quando parla vedo gli schizzi uscire dal televisore, perciò, cambio canale.
    Zenzero

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  4. Che delusione sta Meloni, io non la voterò più. Ma onestamente bisogna pur dire che non poteva comportarsi diversamente, altrimenti i poteri forti transnazionali l'avrebbero subito buttata giù. In un articolo Veneziani spiega molto bene perché Meloni (o un altro italiota a scelta) ha piedi e mani legate. Meloni è la bambolina più piccola all'interno della Matrioska.

    "Dunque, la bambola del governo è dentro la bambola degli assetti istituziona-li, la presidenza della repubblica, la magistratura, la burocrazia, i poteri con-tabili e collaterali. Quel potere, a sua volta, è dentro l’unione europea, i suoi vincoli di bilancio, la sua corte suprema e le sue direttive, il reticolo delle sue norme e dei suoi divieti. E ancora, la bambola europea è dentro la bambola at-lantica, vale a dire il potere militare della Nato, l’influenza del Pentagono e della Casa Bianca, i vincoli internazionali. E la bambola atlantica è dentro un sistema economico-finanziario transnazionale, una rete globale di mercato e di controllo, di comunicazione e di indirizzo. Senza dire che la matrioska deve tener conto di una serie di bambole extra-istituzionali, agenzie di rating, colossi social e mediatici, cupole sovranazionali, centri di pressione, sistemi di sorveglianza e di monitorizzazione. Insomma il potere è come una matrioska, e la bambola non può andare per conto suo, non ha au-tonomia e indipendenza, è dentro, compressa, in quella serie di involucri isti-tuzionali e funzionali, di oligarchie e di obblighi, in un sistema che non si può scardinare.
    È per questo che chiunque vada al governo non potrà essere difforme rispetto ai cerchi concentrici in cui è compreso, vorrei dire imprigionato. Anzi ci va solo se giura fedeltà a quei poteri, economici e militari, europei e atlantici, occiden-tali e globali, e a quella serie di entità che sovrastano lo stato “sovrano”. Al-trimenti non vi accede, o salta dopo pochi mesi: può perfino succedere che no-nostante tutti i cedimenti, le accortezze, le rassicurazioni di non voler far sal-tare il banco e la matrioska, poi accada comunque qualcosa che in breve tempo azzeri l’anomalia, rimetta le cose a posto e rimandi a casa gli importuni outsi-der." (Marcello Veneziani, 10 ottobre 2022).

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    1. Sono d'accordo con Sergio.
      I margini di azione dei leader politici italiani esistono, certo, ma sono limitati alle questioni più interne e modeste, paragonabili (mutatis mutandis) a quelle del Presidente di una regione o del Sindaco di una grande citta..
      Sulle grandi questioni - quelle che interessano le elites economiche transnazionali - si decide altrove.

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    2. a DAVOS .. , dove i politici fanno solo la comparsa,
      ma ubbidienti alle elite delle privatissime multinazionali .ecco dove si decidono.

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  5. Berlusconi è morto a 86 anni troppo presto. Essendo rimasto sempre amico di Putin sarebbe riuscito a sconsigliargli di invadere l'Ucraina come ripicca della strage dei filorussi del Donbass nel 2016, di cui non si parla. Gli avrebbe suggerito di pretendere di attuare l'esempio dell'Italia, che ha conservato l'Alto Adige(in realtà Sudtirolo) concedendo una autonomia. Oggi gli austriaci dell'Alto Adige preferiscono stare dentro i confini italiani grazie a tutti i privilegi anche economici ottenuti dai governi italiani. Se Putin pretende di prendersi il Donbass imita Hitler che volle l'annessione di una parte della cecoslovacchia perché abitata da una maggioranza di tedeschi. Ma poi si prese anche tutta la cecoslovacchia. Putin vuole imitare Hitler anche in questo prendendosi tutta l'Ucraina? Ma, dico io, alla Russia non basta un territorio che arriva ad affacciarsi di fronte al Giappone?

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  6. Non sopporto che la città dove nacque Kant (Königsberg) sia stata rimasta alla Russia dopo la seconda guerra mondiale nonostante questa città abbia fatto parte sin dall'origine del regno prussiano. Da notare che Königsberg non ha continuità con la Russia perché è una specie di enclave e Königsberg viene oggi chiamata Kaliningrado. Pietro Melis

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