domenica 21 luglio 2024

Parassiti, a due e a sei zampe!


Se vi sedete all’ombra sulla riva del fiume e siete tarati su modalità “movimento”, il movimento che continuamente attirerà la vostra attenzione sarà quello dello sfarfallamento degli zigotteri, altrimenti conosciuti come Damigelle. Sapete già che quelli blu metallico sono i maschi, mentre quelle color bronzo sono le femmine. Ma, al di là di questo, non ci sarà altro movimento sulla liscia superficie dell’acqua, nell’ansa del fiume dove avrete trovato riparo. Tuttavia, se rimanete fermi immobili, dopo un po’ sparirete alla vista e gli uccelli acquatici cominceranno a far capolino, sempre tenendosi a debita distanza. A me è capitato proprio così e nel giro di cinque minuti prima si è palesata una famigliola di folaghe e poi anche un marangone, spuntato dal nulla e riconoscibilissimo per il becco simile a quello del cormorano. Ovviamente, stava nuotando sott’acqua ed è emerso proprio davanti a me. O quasi. Mi era già capitato e, quando capita, si prendono uno spavento della Madonna. Come per noi vedere il Diavolo. Noi, purtroppo, siamo i diavoli per gli animali selvatici. 



Bisogna però che ve la racconti tutta: non è facile resistere agli assalti degli insetti. I più molesti sono i Simulidi, ma in questo periodo si fanno vivi anche i tafani. In entrambi i casi, ci si può difendere a forza di manate. E non parliamo delle zanzare. Quelle hanno la maggior probabilità di succhiare il vostro sangue, perché tante volte vi si posano addosso silenziosamente e solo quando vi ronzano vicino agli orecchi vi accorgete di loro. Dopo un po, conviene squagliarsela e aspettare che, con il passare della stagione, zanzare e tafani finiscano di vivere. I Simulidi invece, arriveranno a rompervi le scatole fino in autunno. 




In Via Petrarca, a Flambruzzo, verso la fine, c’è un pascolo recintato di mucche e cavalli. Lì trovo sempre gli aironi guardabuoi, che purtroppo, vedendo in me un diavolo, se mi fermo e metto mano al cellulare, magari non si spaventeranno come il marangone, ma per prudenza preferiscono allontanarsi un po’. Peccato! Mi piacerebbe fotografarne uno sulla groppa di una mucca. Stavo comunque tentando di fotografarli, quando mi si ferma vicino una piccola utilitaria. L’avevo già individuata poco prima, in lontananza, perché con un altoparlante annunciava il servizio di arrotino e ombrellaio. Abbassato il finestrino, il conducente mi chiede se ho bisogno delle sue prestazioni. Io – boccaccia mia statte zitta! - gli dico che avrei bisogno di un idraulico.

"Ma io sono anche idraulico", risponde il giovane che era alla guida.

Improvvisamente, realizzo. O meglio, mi nasce il sospetto che fosse uno Zingaro. Per di più, appena ha aperto bocca, ho sentito l’inflessione napoletana. E cosa c’è di peggio di uno Zingaro? Risposta: uno zingaro napoletano! Voi ora mi darete del razzista. Oltre che dell’ingenuo!

Lui insiste, mi chiede se abito vicino e io come uno stupido rispondo alle sue domande. Che devo fare, è la mia natura! “Chiedere è lecito, rispondere è cortesia”, dice un motto in voga presso i giornalisti. E io, come norma di vita, faccio di tutto per essere cortese.




Ho io, come singolo individuo, le colpe storiche dei Rom? Se hanno scelto uno stile di vita libero dalla schiavitù del lavoro, hanno la mia simpatia, ma non possono avere anche i miei soldi. Che s’inventino qualcosa, tipo fare i raccoglitori di ferro vecchio, o girare per le case offrendosi come arrotini e ombrellai… E’ un circolo vizioso, la loro fama di ladri e truffatori li precede e gli manda in malora la buona volontà. E la fiducia della gente. Posso fidarmi a far entrare in casa uno zingaro? Che poi vede come sono messe porte e finestre e, quando io sono fuori casa (per lavoro!), se ne approfitta? 

Ripeto: è un circolo vizioso. Mi domanderete: come fai a sapere che era uno zingaro? Mica ce l’aveva scritto in faccia? Beh, una volta esistevano gli arrotini di professione, ma erano già vecchi quando io ero giovane. Giravano con biciclette “multitasking”, cioè con la mola incorporata. Ora sono tutti morti. Quello che mi ha rivolto la parola avrà avuto neanche trent’anni e in macchina non c’erano gli attrezzi del mestiere. Il mondo è corrotto, i truffatori pullulano e la fanno sempre franca. Noi, per loro, siamo polli da spennare. E’ una sgradevole sensazione, la provavo spesso in Madagascar. Ognuno fa delle libere scelte, che poi portano a determinate conseguenze e non ad altre. Gli zingari hanno scelto la nicchia dei parassiti, come zanzare, tafani e simulidi. Gli uni vogliono il mio denaro, gli altri il mio sangue. Io voglio solo essere lasciato in pace! Non ho né sangue, né soldi da regalare.

3 commenti:

  1. Uno zingaro è già uno zingaro di suo poi se è anche napoletano, come faccio a non darti ragione. ;-))

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    1. Beh, sono contento che l'hai presa bene!

      Lo sai che io a volte esagero e mi piacciono anche le iperboli.

      :-)

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  2. Mestieri in via di estinzione, una volta c'erano gli arrotini che aggiustavano anche gli ombrelli, ombrelli che peraltro duravano molto, ora un ombrello di costo medio con due folate di vento si piega come un fuscello, stecche sottili e scadenti, lo butti e ne compri un altro.
    Vuoi perchè manca l'arrotino, vuoi perché ti costa meno il riacquisto, ecco come funziona oggi.....
    Zenzero

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