lunedì 22 luglio 2024

La cooperazione e la solidarietà alla base della civilizzazione


Testo di Ira Byock

Anni fa, uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una Cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così. Mead disse che "il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito". Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca. Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che "aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia". Essere civili è questo. 

5 commenti:

  1. Scenziata deamicisiana, la quale, su un osso risaldato, ti imbastisce una sceneggiatura strappalacrime tipo i format della TV berlusconiana.

    E dunque un/una habilis oppure sapiens fratturati, riceve le cure amorose di un suo simile, il quale, prima riduce la frattura (come di grazia?), poscia lo nutre durante la convalescenza, pasturandolo con brandelli di carne putrefatta strappati alle carogne , abbeverandolo con acqua non proprio di sorgente.

    Alle puttanate non si fa l'abbonamento, né ci si abitua facilmente....

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    1. Le recenti scoperte archeologiche ci confermano che nello stesso periodo in cui nel freddo Paleartico c'erano popolazioni troglodite che tiravano a campare dormendo nelle caverne, c'erano anche nell'odierna Turchia civiltà evolute come quella di Gobekli Tepe, risalenti a 12.000 anni fa.

      Qua nel Medio Friuli, 3000 anni fa, c'erano i Castellieri, cioè cittadelle fortificate da palizzate e le case erano in legno.

      Per trovare cavernicoli bisogna andare ovviamente in montagna.

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  2. Mah.......io non so quanto fossero solidali fra loro i nostri antenati del tempo remoto, forse forse lo erano nell'ambito familiare, concetto per loro arcaico ma magari un abbozzo di "famiglia" (come loro la intendevano, ovvero tribù), può essere che c'era.....non credo proprio che se un perfetto sconosciuto si rompeva qualcosa andassero incontro a lui a braccia aperte.
    Se fosse così, come si dice sopra, allora vorrebbe dire che siamo partiti "benino" col concetto di solidarietà e poi ci siamo guastati dopo...e se ci siamo guastati dopo, cosa è intervenuto a farci diventare come siamo?
    Gli Elohim, che ci hanno trasformato in carogne?
    Tutto può essere, mai sapremo la verità.
    Zenzero

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    1. Nelle società di cacciatori-raccoglitori, ogni membro del gruppo di caccia era importante per la sopravvivenza dell'intera tribù.

      Quindi, tutti si prendevano cura di un cacciatore ferito, perché ne valeva della sopravvivenza di tutti quanti.

      Se si rompeva una gamba una donna, la lasciavano al suo destino, a meno che non avesse un marito o dei figli, ma non ne sono sicuro.

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  3. Infatti.....solo l'interesse dominava.
    Quindi non siamo cambiati, siamo sempre i soliti.
    Anche nel regno animale, del resto, i membri malati e vecchi sono abbandonati alla fortuna, non in tutti, gli elefant i sono solidali, ma le scimmie , da quel che ho visto in alcuni documentari, no....e noi gli siamo parenti.
    Tutto torna.
    Zenzero

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