lunedì 12 ottobre 2015

I magici lemuri

 
Fonte: Alienologia

I Lemuri sono primati del sottordine degli Strepsirrhini, endemici del Madagascar. Il termine "Lemure" deriva dalla parola latina Lemures, che sta ad indicare gli spiriti della notte della mitologia romana: chiaro il riferimento al fatto che la maggior parte dei Lemuri possiede grandi occhi dall'aspetto spiritato, ben adatti alla vita notturna che la maggior parte delle specie conduce, ed emette versi simili a gemiti sofferenti. I Lemuri, dal latino "Lemures", cioè "spiriti della notte", detti anche Larve, sono gli Spiriti dei Morti della religione romana, considerati come vampiri, ossia anime che non riescono a trovare riposo a causa della loro morte violenta. Secondo il mito tornavano sulla Terra a tormentare i vivi, perseguitando le persone sino a portarle alla pazzia. Si credeva che queste creature, non ben identificate né definibili proprio per la loro condizione di fatale ed eterna transitorietà, vagassero senza posa per le strade come anime in pena, in una sorta di limbo, dopo una morte prematura o violenta. Il senso di orrore che circondava queste figure spettrali venne poi a caratterizzare quello della loro domina, la dea Ecate. Per tenere lontani questi spiriti erano state istituite delle feste chiamate Lemuria.


Il termine "Lemure" si riferisce genericamente a tutti i membri delle quattro famiglie attualmente viventi e delle tre famiglie estinte di lemuriformi. Nell'immaginario comune i Lemuri sono visti come antenati dei primati più evoluti: tuttavia, sebbene essi mostrino analogie di carattere morfologico e comportamentale coi primati primitivi, discendono da questi ultimi proprio come gli altri primati attualmente viventi. Gli antenati degli attuali Lemuri cominciarono a divergere dagli altri primati fra i 62 e i 65 milioni di anni fa, attorno ai 40-52 milioni di anni raggiunsero il Madagascar, probabilmente attraverso tronchi e masse di vegetazione galleggiante che permisero loro di attraversare i bracci di mare che separavano l'isola dalla terraferma, anche se non sono state escluse le possibilità della presenza di un istmo o di una serie di piccole isole raggiungibili a nuoto che collegassero le due masse di terra. Non essendoci grande competizione interspecifica, poterono occupare numerose nicchie ecologiche vacanti ed evolversi in completo isolamento, differenziandosi in una moltitudine di forme e dimensioni.

Nessun commento:

Posta un commento