Fonte: Rete l'Abuso
Beati gli illusi,
coloro che credono nel progresso di ciò che non può progredire,
pena la sua autodistruzione. La figura del “papa buono” è uno
specchio per le allodole, i bei discorsi di Papa Francesco sono in
antitesi col suo operato ma, si sa, una religione è fatta di parole,
di fumo, i ciarlatani fanno il loro mestiere. Un esempio pratico
l’abbiamo visto recentemente, papa Francesco ha incontrato le
vittime dei preti pedofili, lo stesso papa Francesco, inneggiando al
pugno di ferro contro i sacerdoti pedofili ha contemporaneamente
protetto don Mauro Inzoli negando alla Procura della Repubblica di
Cremona gli atti inerenti agli abusi sessuali sui minori. Lo stesso
“papa buono” ha dichiarato, ricorderete, testuali parole “Chi
sono io per giudicare i gay?”, in questi giorni il sant’uomo
ha incontrato Kim Davis, l’impiegata fanatica religiosa
arrestata per avere negato la registrazione del matrimonio a coppie
omosessuali: «Resti forte!» ha dichiarato il papa all’omofoba
invitandola, appunto, a resistere nella propria lotta alla
discriminazione antidemocratica.
Non c’è da
meravigliarsi, c’è solo da riflettere: le religioni hanno le
proprie colonne portanti su una visione surreale del mondo in
conflitto con ogni dinamica contingente e sono costrette a mentire,
illudere, imbastire bluff per sopravvivere. Il grande imbroglio mira
di conseguenza ad innescare percezioni antitetiche ai traguardi
scientifici che vengono raggiunti di volta in volta. La religione è
l’abbattimento illusorio di ciò che è contingente. Per questo è
matematicamente impossibile un’emancipazione o anche un pur
semplice minimo cambiamento nel contesto dell’inganno cattolico.
Come si è visto basta un inganno, fatto pure male, per folgorare la
mente dei propri seguaci, il fanatismo e l’ignoranza sono talmente
elevati che non occorre più porre in essere sofisticati stratagemmi,
è sufficiente la piccola bugia per ricevere consensi, plausi,
denari. Sarebbero anche fatti privati se non ci fosse la pretesa di
proclamarli come legge universale a cui la tradizione deve adempiere,
politicamente, socialmente, dalla piccola famiglia alle vittime degli
abusi.
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