giovedì 1 ottobre 2015

L'ONU mette la volpe a guardia delle galline



Novanta condanne a morte solo nei primi cinque mesi del 2015. Basterebbe questo numero a spiegare come i diritti umani in Arabia Saudita siano un concetto rarefatto e poco applicato: dalla battaglia contro le donne che vogliono guidare, fino alla persecuzione delle minoranze. Non sembra però pensarla così l'Onu. Già a maggio girava voce che la presidenza del Consiglio Onu per i diritti umani potesse andare proprio alla petro-monarchia, ora questa voce sembra stia per diventare realtà. La Presidenza del consiglio, ora assegnata alla Germania, scadrà a fine anno e a dicembre ci sarà il voto per eleggere i nuovi vertici. UN Watch, una ong che si occupa di monitorare le attività del consiglio, aveva già lanciato l'allarme in primavera, chiedendo all'Alto rappresentate dell'Unione per la politica estera, Federica Mogherini e all'ambasciatrice Usa all'Onu, Samantha Power, di "denunciare quest'atto di cinismo che consegnerebbe la commissione ad un paese che taglia le teste in piazza e segrega le donne".


L'appello sembra però essere caduto nel vuoto. La Ong ha infatti ottenuto dei documenti ufficiali dell'Unhrc, il Consiglio per i diritti umani, che mostrano come l'Arabia Saudita sia stata scelta per presiedere un gruppo di 5 ambasciatori conosciuto come Gruppo Consultivo. Questo gruppo ha il potere di scegliere i candidati per più di 77 posizioni chiave all'interno del Consiglio. "L'Onu - spiega un rappresentante di UN Watch - definisce questi esperti come i "gioielli della corona" dei diritti umani anche se la scelta di una monarchia assoluta mina definitivamente la credibilità dell'organismo". Non bastasse, un rapporto delle Nazioni Unite del 17 settembre riporta che l'inviato saudita al Consiglio dei diritti umani, Faisal Trad, è stato scelto per presiedere il panel per la presentazione delle nomine che avverrà in queste settimane durante la 30a sezione del Consiglio. Lo scandalo sta nel fatto che Faisal Trad era stato eletto già a giugno, ma i diplomatici hanno scelto di non dichiarare che la nomina era avvenuta.
 

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