Fonte: Il Messaggero
Cuore, reni e cornee
di decine di migliaia di prigionieri espiantati mentre i pazienti
sono ancora vivi. È ciò che emerge da un nuovo documentario choc in
Cina, dove le persecuzioni religiose contro i fedeli della setta
Falun Gong sono atroci e ciononostante vengono ignorate dall'opinione
pubblica internazionale. Già nel 2006 emersero le prime voci, poi
rivelatesi drammaticamente fondate, del terribile commercio d'organi
in atto da anni nel Paese. Il nome del documentario è già un
avvertimento: "Hard to Believe", "Difficile da
credere", un gioco di parole che si riferisce anche al fatto che
professare la propria religione in Cina è un'impresa eroica. Il
regista del documentario, Ken Pietra, ha spiegato al tabloid
britannico "Daily Mail" che il suo film è un modo per
indagare i motivi che spingono il resto del mondo a far finta di
niente verso quella che è «una delle peggiori violazioni dei
diritti umani dei nostri tempi».
La setta spirituale Falun
Gong è stata fondata nel 1990, e in soli sette anni poteva contare
già su circa 100 milioni di fedeli. A partire dal 1999 il governo di
Pechino, preoccupato da un tale assembramento di persone intorno a
una religione comune, ha iniziato una dura persecuzione. Il 20 luglio
di quell'anno furono arrestate migliaia di persone, riconosciute come
i leader della setta. Da lì in poi fu un crescendo di violenze e
torture, sia fisiche che psicologiche, contro i fedeli.
Nel documentario, Pietra ha raccolto le strazianti testimonianze di ex prigionieri e anche quella, particolarmente scioccante, di un
chirurgo che racconta di aver estratto organi ad alcuni prigionieri
mentre questi ultimi erano svegli. Il medico, che allora era un
chirurgo e oggi fa il tassista e vive a Londra, ricorda di essere
stato portato in un luogo di esecuzione. Lì trovò, in terra, un
detenuto con una ferita di arma da fuoco che, comunque, se curato in
tempo, si sarebbe potuto salvare. Ciononostante gli fu ordinato di
procedere all'estrazione dei suoi organi senza anestesia e di
dimenticare tutto ciò che aveva visto. Naturalmente quell'esperienza
ancora oggi lo perseguita. La Cina tiene molto a coprire il
traffico di organi, che rappresenta un business da miliardi di
dollari. Nel 2006, durante la prima inchiesta mai compiuta su questo
fenomeno, emerse che gli ospedali pagano fino a 30 mila dollari per
la cornea, 62 mila per un rene e 130 mila per un fegato o per un
cuore. Un massacro che passa sotto silenzio, visto che le prove
vengono sistematicamente fatte sparire.
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