martedì 18 dicembre 2018

Dunque, i Global Compact sono due: rifugiati e migranti



Ve ne siete accorti che ci stanno circondando? Se le cose alle Nazioni Unite stanno come abbiamo appreso ieri, c’è qualcosa che non torna in materia di immigrazione. Le carte continuano a darle quelli come Soros. Spadroneggiano. Dopo il global compact sulle migrazioni – che l’Italia non ha ancora firmato grazie alla levata di scudi di Giorgia Meloni e alla palla buttata in avanti da Matteo Salvini – ieri l’assemblea dell’Onu ha votato un altro documento globale, stavolta sui rifugiati. Che ovviamente è cosa diversa dal primo, ma la filosofia ispiratrice è la stessa. Le nazioni e i loro confini arrivano sempre dopo chi emigra e per qualunque motivo lo faccia. La sorpresa è che anche il nostro Paese ieri ha votato a favore dell’accordo che prevede garanzie per i rifugiati, che vorremmo invece essere liberi di concedere nella nostra sovranità.



Domanda: il sì pronunciato dalla signora Maria Angela Zappia, ambasciatrice italiana all’Onu per decreto di Gentiloni, le è stato indicato dal governo in carica? E se sì, da chi? Oppure ha fatto di testa sua? La questione non è di poco conto, perché vogliamo immaginare che la rappresentante dell’Italia in quel consesso abbia avvisato l’esecutivo di Conte di quel che prevedeva l’ordine del giorno dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. Se non lo ha fatto è gravissimo. Se lo ha fatto e ha ricevuto una direttiva favorevole senza alcuna discussione pubblica alla luce di quanto accaduto in materia di global compact sulle migrazioni è una pazzia.

Perché tutto si può decidere, ma non di nascosto. Occorre trasparenza, perché altrimenti ci sentiamo tutti presi in giro. E auspichiamo – e certo senza volontà polemica nei confronti del leader della Lega – che sia proprio Salvini a voler andare in fondo a questo comportamento sul documento in materia di rifugiati. Perché se l’indicazione favorevole – contrastante ad esempio con il voto di americani e ungheresi e l’astensione di altri paesi assieme a quelli che non hanno voluto proprio partecipare alla sfida – è partita da palazzo Chigi o dalla Farnesina, diventa un triste spettacolo su cui va calato il sipario. Perché diventa un affronto a quanto si è fatto finora in tema di politiche migratorie e vanifica anche quel consenso popolare che era stato costruito sul tema.

E starebbe a significare che anche la discussione parlamentare più impegnativa, quella più generale sul cosiddetto diritto a migrare, rischia di essere segnata da pasticci a Cinque stelle. Già, perché oggi e domani si dibattono e si votano a Montecitorio le mozioni sul global compact rinviate addirittura a dopo la firma di Marrakech dello scorso 11 dicembre. Il governo italiano attende in questo caso “istruzioni parlamentari” e ci sono due mozioni in calendario: quella di Fratelli d’Italia, contraria a firmare l’accordo; e quella di sinistra, ovviamente sbracata sul sì. Ne arriverà stamane una di Leu e domani si voteranno tutte e tre.

Domanda: che farà la Lega? Un’altra: che intenzioni hanno i Cinque stelle? E se su un tema importante come questo, Lega e M5s vanno separati, a chi racconteranno di poter rimanere insieme a governare, soprattutto se la posizione del Pd dovesse prevalere grazie ai grillini di Fico? Tutti sulla riva del fiume a vedere la scena. Chissà se finisce o comincia un incubo per l’Italia.

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