lunedì 4 novembre 2024

E qui comando io, e questa è casa mia!


Testo di Lumen

Terra nostra. Nel suo ultimo libro (molto interessante), dedicato ai disastri ecologici del turismo di massa, Gaia Baracetti si chiede, tra le altre cose, a chi appartenga davvero un territorio. Appartiene a chi lo abita oggi e se ne prende cura? A chi l'ha abitato nel recente passato? Nel lontano passato? Oppure a chiunque voglia venirci ad abitare? O, addirittura, a tutti gli uomini, indistintamente? L'autrice non ha una risposta definitiva e conclude che le cose devono essere valutate di volta in volta. Io, invece, una risposta ce l'avrei, anche se è cinica e sgradevole: una terra appartiene a chi ha la forza militare per occuparla e difenderla. E' vero che l'affermazione viola i principi del diritto internazionale, ma questo diritto esiste davvero o è solo un'illusione?

10 commenti:

  1. Citazione:

    "una terra appartiene a chi ha la forza militare per occuparla e difenderla"



    Quindi, gli israeliani hanno tutte le ragioni?

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  2. No certo, ma è inutile valutare queste cose col metro della ragione o del torto.
    Noi lo facciamo istintivamente, perchè, avendo inventato l'etica, siamo abituati (direi quasi condizionati) a ragionare in questi termini.
    Ma i rapporti tra gli Stati - purtroppo - seguono le leggi di natura, che riconoscono solo la forza.
    Non ti piace quello che fa Israele ? Contastalo con altrettanta forza.
    Parlare di giustizia o ingiustizia è inutile.

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    1. Che giungla!

      Fermate il mondo: voglio scendere!
      Freeanimals

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    2. Guarda che nella giungla ci sono gli animali... ;-)

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  3. Il fatto è che praticamente nessuno conosce questo benedetto diritto internazionale al quale siamo o saremmo vincolati. Nessuno, a parte naturalmente gli esperti, i docenti di diritto internazionale e qualcun altro. Per dire: Mattarella non conosce il diritto internazionale, ma ovviamente all'occorrenza se lo fa spiegare da un esperto.
    La massa ne è all'oscuro, ma regolarmente le si ricorda quando fa comodo che vigono vincoli internazionali a cui siamo, ci siamo sottoposti e che bisogna ovviamente rispettare.
    Eppure una delle regole più antiche è pacta sunt servanda.
    I puri rapporti di forza ovvero la legge della giungla non va bene, caro Lumen, ne converrai. C'è ancora molta strada da fare per arrivare a un ordine internazionale accettato e rispettato da tutti, ma la via dovrebbe essere questa (o vogliamo il botto finale?).

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    1. Bravo Sergio
      Concordo
      Il diritto internazionale è un codice o un pezzo di carta scritto da chi detiene il potere e anche fra chi lo detiene prevale la legge del più forte.
      Vale per giustificare le loro azioni e non conta nulla se lo invoca un signor nessuno qualsiasi o una comunità senza santi in paradiso.
      Basta vedere Gaza per avere l' esempio provato di ciò che sto dicendo.

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  4. Anche io quoto Sergio, in questa fase di gioco....

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  5. "In questa fase di gioco", era un intercalare del grande radiocronista Niccolò Carosio, usato per lodare il gesto atletico rimarchevole di un calciatore....Spiegato per gli under 70 (anni di età).

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  6. Caro Sergio, la legge della giungla sarà anche spiacevole, ma se il diritto internazionale è una finzione (come ritengo anche io), che alternative ci rimangono ?
    'Pacta sunt servanda' vuol dire soltanto che se tu non mantieni i tuoi impegni, io non manterrò i miei.
    Ma è una cosa bilaterale.

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