Testo di Lumen
Terra nostra. Nel suo ultimo libro (molto interessante), dedicato ai disastri ecologici del turismo di massa, Gaia Baracetti si chiede, tra le altre cose, a chi appartenga davvero un territorio. Appartiene a chi lo abita oggi e se ne prende cura? A chi l'ha abitato nel recente passato? Nel lontano passato? Oppure a chiunque voglia venirci ad abitare? O, addirittura, a tutti gli uomini, indistintamente? L'autrice non ha una risposta definitiva e conclude che le cose devono essere valutate di volta in volta. Io, invece, una risposta ce l'avrei, anche se è cinica e sgradevole: una terra appartiene a chi ha la forza militare per occuparla e difenderla. E' vero che l'affermazione viola i principi del diritto internazionale, ma questo diritto esiste davvero o è solo un'illusione?
Citazione:
RispondiElimina"una terra appartiene a chi ha la forza militare per occuparla e difenderla"
Quindi, gli israeliani hanno tutte le ragioni?
No certo, ma è inutile valutare queste cose col metro della ragione o del torto.
RispondiEliminaNoi lo facciamo istintivamente, perchè, avendo inventato l'etica, siamo abituati (direi quasi condizionati) a ragionare in questi termini.
Ma i rapporti tra gli Stati - purtroppo - seguono le leggi di natura, che riconoscono solo la forza.
Non ti piace quello che fa Israele ? Contastalo con altrettanta forza.
Parlare di giustizia o ingiustizia è inutile.
Che giungla!
EliminaFermate il mondo: voglio scendere!
Freeanimals
Guarda che nella giungla ci sono gli animali... ;-)
EliminaIl fatto è che praticamente nessuno conosce questo benedetto diritto internazionale al quale siamo o saremmo vincolati. Nessuno, a parte naturalmente gli esperti, i docenti di diritto internazionale e qualcun altro. Per dire: Mattarella non conosce il diritto internazionale, ma ovviamente all'occorrenza se lo fa spiegare da un esperto.
RispondiEliminaLa massa ne è all'oscuro, ma regolarmente le si ricorda quando fa comodo che vigono vincoli internazionali a cui siamo, ci siamo sottoposti e che bisogna ovviamente rispettare.
Eppure una delle regole più antiche è pacta sunt servanda.
I puri rapporti di forza ovvero la legge della giungla non va bene, caro Lumen, ne converrai. C'è ancora molta strada da fare per arrivare a un ordine internazionale accettato e rispettato da tutti, ma la via dovrebbe essere questa (o vogliamo il botto finale?).
Bravo Sergio
EliminaConcordo
Il diritto internazionale è un codice o un pezzo di carta scritto da chi detiene il potere e anche fra chi lo detiene prevale la legge del più forte.
Vale per giustificare le loro azioni e non conta nulla se lo invoca un signor nessuno qualsiasi o una comunità senza santi in paradiso.
Basta vedere Gaza per avere l' esempio provato di ciò che sto dicendo.
Pacta sunt servanda.
EliminaAnche io quoto Sergio, in questa fase di gioco....
RispondiElimina"In questa fase di gioco", era un intercalare del grande radiocronista Niccolò Carosio, usato per lodare il gesto atletico rimarchevole di un calciatore....Spiegato per gli under 70 (anni di età).
RispondiEliminaCaro Sergio, la legge della giungla sarà anche spiacevole, ma se il diritto internazionale è una finzione (come ritengo anche io), che alternative ci rimangono ?
RispondiElimina'Pacta sunt servanda' vuol dire soltanto che se tu non mantieni i tuoi impegni, io non manterrò i miei.
Ma è una cosa bilaterale.