venerdì 31 maggio 2013

Crepi il lupo!

 


ROCCALBEGNA (GR) – Proseguono gli incontri istituzionali tra allevatori, rappresentanti delle associazioni di categoria e amministratori, investiti dalla problematica delle predazioni delle greggi. Nell’ultima riunione svoltasi a Roccalbegna i pastori hanno rappresentato il loro disagio nell’affrontare i continui attacchi di lupi e/o ibridi, e proposto una serie di soluzioni volte al superamento dello stato di crisi. Proposte che sono state illustrate alla presenza del presidenti locali di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Rabazzi, Viaggi e Vivarelli Colonna, dell’assessore provinciale Enzo Rossi e della parlamentare, membro della commissione agricoltura della Camera, Monica Faenzi.
«Premettendo che il danno arrecato dai predatori – recita il documento stilato dagli allevatori - è ormai esteso anche alle ore diurne, il fenomeno deve essere considerato nel suo complesso e non solo relativamente agli animali uccisi, considerando anche i danni indotti dagli attacchi. A questi – prosegue la nota – conseguono immancabilmente ingenti danni collaterali, con perdita permanente di gran parte della produzione di latte degli animali sopravvissuti, e aborti negli animali gravidi, che possono raggiungere percentuali anche superiori al 50 %». 

Constatato che la presenza del lupo o altri canidi predatori (ibridi o cani vaganti) abbia raggiunto livelli insopportabili dall’attività di pastorizia, gli allevatori chiedono «che ogni azienda nella quale si siano verificati danni ripetuti, possa venir dotata di strumenti di cattura gestiti direttamente dai titolari delle aziende, sotto il controllo delle autorità competenti, e che per ogni cattura effettuata sia corrisposto all’azienda un incentivo commisurato ai danni ricevuti nel tempo».
Altra misura richiesta è la «identificazione da parte delle amministrazioni locali di terreni nei quali istituire un cimitero pubblico animale, ad uso dei soli allevatori con conclamato danno da predatori, nel quale smaltire senza aggravio di costi i capi uccisi». Il documento prosegue chiedendo che le aziende colpite ricevano «un ristoro economico anche relativamente ai capi feriti, con indennizzo a copertura delle spese veterinarie documentate, comprese quelle di trasporto e smaltimento delle carcasse».

Infine i rappresentanti delle aziende pastorali chiedono «che siano interessati gli organi di governo regionale e nazionale, affinché si rivedano le normative in merito al trattamento di canidi catturati in zone a grave rischio sociale, e dove si verificano danni economici rilevanti alle attività di allevamento» e che «in sede di Unione Europea siano previste specifiche misure a favore delle aree soggette al ritorno e alla presenza conclamata del lupo e suoi ibridi, atte a scongiurare l’abbandono dei territori da parte delle aziende, attingendo a fondi inizialmente destinati all’ambiente, alla conservazione delle specie, alla biodiversità ed agli assetti e conservazione dei territori montani». Delle stesse problematiche, «che possono essere mitigate grazie ai provvedimenti tampone proposti, ma che saranno risolte solo quando i danni da predatori si ridurranno rispetto al presente – commenta il presidente di Coldiretti Grosseto, Viaggi –  si discuterà nuovamente venerdì 31 maggio alle 15.00, nella sede del caseificio di Manciano. Nel corso dell’incontro, promosso da Regione, Provincia e Comune: “Allevatori e territorio. L’allevamento ovino come attività economica e presidio fondamentale del territorio”».



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