martedì 21 maggio 2013

L'animale: educatore e amico


  
Fonte: Bergamo News


  
“I bambini che rispettano gli animali, saranno adulti migliori”: a dirlo non sono i soliti “animalisti sfegatati”, ma un nutrito gruppo di psicologi dell’università di Cambridge, che, interrogati sull’argomento, hanno confermato come il rispetto all’altro e la capacità di relazionarsi con il mondo in maniera equilibrata, passi anche attraverso un corretto rapporto con gli animali. Che piaccia o meno, un animale educa alla “diversità e alla differenza”, perché dimostra al bambino, che esistono altri esseri viventi meritevoli e in grado di offrire molto dal punto di vista affettivo. Ma non solo: i bambini che imparano a conoscere gli animali sviluppano una capacità empatica, che li porta a leggere e comprendere le emozioni e i comportamenti altrui, proprio perché allenati fin dalla più tenera età all’osservazione di un essere vivente, che è portatore di bisogni fisici ma anche psicologici, da interpretare e rispettare. Di conseguenza l’attenzione, la comprensione e la compassione per tutti gli esseri viventi dovrebbero essere al primo posto negli intenti educativi dei genitori, anche se, a onor del vero, non sempre accade: alcune volte per mancanza di tempo, altre perché neppure gli stessi genitori hanno sviluppato una cultura “pet oriented”.

E’ sulla base di questa riflessione che la LAV – “Lega Anti Vivisezione”, attiva in Italia dal 1977 e che annovera tra i suoi scopi la protezione degli animali e l'affermazione dei loro diritti, ha sviluppato il “Progetto Educazione”, un importante programma didattico rivolto alle giovani generazioni, per insegnare il rispetto alla vita, con l’intento che, almeno una parte dei ragazzini di oggi, siano gli adulti consapevoli del domani. Pertanto, rispondendo ad un’esigenza manifestata da tempo dal mondo della scuola, il Ministero dell’Istruzione ha siglato con la LAV un protocollo d’intesa con la finalità di “promuovere la diffusione e l'approfondimento dei temi dell'educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado”.
Disegnati come percorsi educativi multi-attività, rappresentano una preziosa occasione per ampliare le proprie conoscenze relative agli animali, per cominciare un confronto animati da prospettive rinnovate e diverse da quelle comunemente accettate e per consapevolizzare un approccio responsabile nei confronti degli animali e delle leggi che li tutelano.

Incuriosito dall’argomento, ho chiesto lumi a Sofia De Meo, responsabile bergamasca del
“Progetto Educazione”, che ha confermato come “all’interno dei percorsi proposti gli studenti (allievi dell’ultimo triennio delle scuole primarie e delle secondarie di primo grado) abbiano l’opportunità di crescere sul piano umano e culturale, imparando ad esprimere sentimenti, emozioni e attese nel rispetto di se stessi e degli altri e diventando capaci di operare scelte e assumere decisioni contro ogni forma di indifferentismo, violenza e fanatismo”. Non c’è che dire, una preziosa opportunità che volge lo sguardo al futuro e che fortunatamente è in antitesi con la diffusa filosofia odierna “mors tua, vita mea ”, ma che soprattutto è foriera di speranza per un domani più consapevole.
Sottolineare che tutti gli esseri viventi, di qualunque specie siano, meritano di essere rispettati, anche se lontani da noi per cultura e per abitudini di vita, è un insegnamento pieno di saggezza e amore che porta i nostri figli ad apprendere la nobile arte della cura per l’altro, dell’empatia e della compassione sincera. Se vogliamo che il futuro del mondo sia più roseo dell’attuale presente, è nei bambini che dobbiamo confidare: non dimentichiamo che le idee e le convinzioni che portiamo avanti per il resto della vita, ci vengono insegnate da piccoli ed è quindi impegno di tutti aiutarli a crescere ricchi di consapevolezza e privi di aggressività malsana.


5 commenti:

  1. E' da sempre che consiglio ai genitori di affidare l'educazione dei propri figli ad un animale e precisamente al cavallo.

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    1. Questa è un'idea decisamente originale!
      Ma se poi imparano a esprimersi nitrendo?

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    2. Meglio comunque uomini che nitriscono, piuttosto che quei subumani al governo che parlano politichese.

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    3. Concordo, Alpha. E poi Gulliver con i cavalli dal nome impronunciabile si è trovato benissimo.

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    4. La battuta può starci, ma i cavalli non comunicano solo nitrendo, anzi quest'ultima è l'estrema ratio.
      Non mi stancherò mai di ripetere che bisogna discettare solo di argomenti di cui si ha contezza diretta(il caso di Zret è emblematico), glielo dice uno che vive con loro e non si sognerebbe mai di attaccarli alla ruota del molino.

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